La Grecia è stata a lungo identificata come sinonimo di siti archeologici unici e di vacanze estive, eppure forse occorre approfondire la riflessione su una nuova immagine del Paese negli scenari emergenti del mondo post Covid-19 e delle sue sfide globalizzate. Questo è stato uno dei punti ribaditi nel corso del primo incontro online sulla diplomazia pubblica (PD talks), realizzato dal Segretariato generale per la Diplomazia Pubblica del Ministero degli Affari Esteri, il 18 giugno 2020. Costruire un’immagine affidabile del Paese significa ascoltare e dialogare, mettere a punto strategie a lungo termine, comunicare realtà e identità complesse, promuovere la cooperazione e gli scambi internazionali, riflettere sulla storia moderna, porre domande piuttosto che dare risposte. Tutti questi argomenti sono stati sottolineati dai professori Nicholas J. Cull (University of Southern California) e Stathis Kalyvas (University of Oxford), nel primo PD Talks greco intitolato “Reversing the Trend: How to Change a Negative Image – The Case of Greece” [Invertire la tendenza: come cambiare un’immagine negativa – Il caso della Grecia] [video qui] moderato dalla corrispondente di Reuters Renee Maltezou.

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Discorsi di apertura

Aprendo il forum, teso ad avviare una serie di eventi in materia di diplomazia pubblica, il sottosegretario di Stato per i Greci all’estero, Konstantinos Vlasis, ha sottolineato che la diplomazia pubblica è un aspetto importante della politica internazionale di uno Stato. Tuttavia, dato che le percezioni sono dinamiche e mutevoli, la promozione della propria immagine richiede un impegno costante e strategie specifiche.

Nel suo intervento l’ospite dell’evento, il segretario generale per la diplomazia pubblica, gli affari religiosi e consolari, Kostis Alexandris, in base ai dati analizzati dal Ministero, si è riferito all’immagine della Grecia sui media internazionali durante gli ultimi anni. La finora efficace gestione della pandemia da parte della Grecia, ha aggiunto il SG, ha comportato una copertura mediatica positiva per il paese, rafforzandone l’immagine internazionale. Una delle questioni principali, quindi, è come mantenere questo slancio, ha detto Kostis Alexandris, sottolineando che l’obiettivo del Segretariato è quello di lasciarsi alle spalle i tempi dell’introversione e di proiettare l’immagine di un Paese che innova, cresce e torna ad acquisire un ruolo attivo sulla scena internazionale. [Discorso inaugurale di K.Alexandris disponibile qui

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Nicholas Cull: Ascoltare e comunicare tenendo conto delle varie realtà

Nel suo discorso introduttivo, il professor Nicholas Cull ha sottolineato che la reputazione fa parte della sicurezza di un Paese, ed è questo che rende importante la diplomazia pubblica. Il pubblico è ormai fondamentale nel campo della politica estera; viviamo in un’epoca di “sicurezza reputazionale”, ha affermato, nel senso che l’immagine dei Paesi può avere un ruolo decisivo nel plasmare le relazioni internazionali.

Oggi è molto importante, dunque, interagire e dialogare con il pubblico e permettere ad altri individui o entità di parlare a nome di uno Stato. “Ci stiamo quindi muovendo verso una diplomazia pubblica basata su attività collettive e di squadra”, ha sottolineato, poiché “i problemi che dobbiamo affrontare, come il virus, le migrazioni di massa, il cambiamento climatico, ecc. sono troppo importanti per essere gestiti da un solo paese”.

In un mondo di mobilità, dove le persone migrano e possono avere cittadinanze complesse o addirittura plurali, bisogna pensare alle relazioni internazionali anche in questa luce, e non solo attraverso il prisma delle identità storiche dello Stato-nazione, ha aggiunto.

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Manifesti per l’Ente Nazionale Ellenico per il Turismo (ENET): A sinistra: Kyriakos Katzourakis (1963), A destra: Freddy Karabot (1961).  Fonte: gnto.gr

A questo proposito, la capacità di collaborare potrebbe essere uno degli obiettivi di una strategia di diplomazia pubblica, ha detto, aggiungendo che “le immagini positive che si ha della Grecia sono perlopiù associate a spiagge e monumenti storici; non pensiamo alla Grecia, per esempio, come ad un Paese impegnato nella soluzione di problemi comuni a livello mondiale o come un partner affidabile su questioni globali”. Cercare strategie mirate a lungo termine, e modi in cui la Grecia possa contribuire a uno sforzo globale volto alla soluzione di problemi globali che interessano la gente, sono, secondo Cull, le vie da seguire per costruire l’immagine della Grecia.

In questo contesto, i prossimi passi della diplomazia pubblica greca dovrebbero essere quelli di ascoltare (sia in Grecia che all’estero) e di basare la propria immagine su argomenti a lungo termine, sviluppando nel contempo strategie specifiche per ogni paese. 

In conclusione, il professor Cull ha ribadito che la diplomazia pubblica non offre “ricette magiche”; è un processo finalizzato alla definizione di una strategia a lungo termine, che però parte dall’ ascolto e dall’impegno nel tempo.

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Manifesti per l’Ente Nazionale Ellenico per il Turismo (ENET): A Sinistra: Yiannis Moralis, Idra (1956), A Destra: Kyriakos Katzourakis (1963).  Fonte: gnto.gr

Stathis Kalyvas: La Grecia come nazione pioniera e fulcro di vita equilibrata

Per il professor Stathis Kalyvas qualsiasi riflessione sull’immagine della Grecia dovrebbe partire da un’autocomprensione da parte del popolo greco.

Kalyvas ha messo in discussione l’idea che l’immagine della Grecia durante la crisi finanziaria e la crisi dei profughi fosse del tutto negativa, sottolineando l’elemento di contraddizione quando si parla di immagini nazionali.

Passando alla crisi del Coronavirus, la Grecia, ha detto, ha saputo proporre in maniera efficace la narrazione della buona gestione dell’emergenza, il che generò un’immagine positiva del Paese sui media internazionali. Ma il problema, secondo Kalyvas, è che questa immagine non è legata a nessun tratto peculiare dell’identità greca e quindi non è destinata a durare a lungo.

Quali potrebbero essere allora le basi per ripensare l’immagine della Grecia?

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Il Partenone di notte /Gosspil89, The Parthenon at Night., CC BY-SA 4.0, Fonte: Wikimedia Commons

Secondo il professor Kalyvas, l’identità greca dovrebbe andare oltre i suoi due pilastri, l’archeologia e il turismo. Il nuovo baricentro della diplomazia pubblica dovrebbe spostarsi verso una comprensione di sé, di ciò che la Grecia rappresenta oggi, in una prospettiva globale. A questo proposito, Kalyvas ha messo in risalto due elementi che secondo lui potrebbero essere gli assi portanti di una nuova autorappresentazione e identità greca:

i) La prima implica una rilettura della storia greca contemporanea incentrata sulla dimensione pionieristica (che è stata sottolineata da storici come Mark Mazower): La Grecia è una delle primissime nazioni post-coloniali che sono effettivamente riuscite a collocarsi, magari non del tutto ma comunque stabilmente, nel novero delle moderne nazioni europee e farne parte a pieno titolo.

ii) La seconda riguarda invece la capacità di fornire servizi (come l’istruzione) in un ambiente ideale dovuto a un senso di equilibrio profondamente radicato nel territorio, a uno stile di vita che risale e si rifà all’ideale antico del “metron”. La Grecia è un luogo dove le persone vengono a ri-centrarsi, a ritrovare se stesse, a “ricollegarsi”, non solo con se stesse ma anche con la natura e con gli altri.

Riassumendo, il professor Kalyvas ha sostenuto che l’aspetto di una nuova nazione pioniera da un lato, e quella dell’equilibrio, dall’altro, potrebbero costituire i due poli di una nuova immagine su cui fondare una varietà di interventi e di scambi a livello globale.

* Foto di apertura: Kyriakos Katzourakis, 1960, Manifesto dell’Ente Nazionale Ellenico per il Turismo (ENET).

Testo originale in inglese via Greek News Agenda

s.d.

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