In occasione dell’ adozione della legge sul riassetto del sistema radiotelevisivo dal Parlamento greco sabato scorso, il segretario per l’informazione e la comunicazione, Lefteris Kretsos, ha rilasciato un’ intervista al giornalista Teodoro Andreadis Synghellakis e al quotidiano Il Manifesto.  

In realtà si tratta di una legge che il governo greco avrebbe dovuto approvare già venticinque anni fa. Il nostro paese ha tardato in modo inspiegabile a regolamentare il settore dei media e della comunicazione, che va a toccare aspetti molto importanti per lo stesso funzionamento della democrazia”, dichiara Lefteris Kretsos, aggiungendo che «vogliamo superare il problema della corruzione e la rete di interessi incrociati tra parte del mondo politico ed economico, vogliamo trasparenza».

Il segretario per l’informazione e la comunicazione spiega che “vengono poste delle regole molto precise riguardo a chi può essere proprietario di una rete televisiva nazionale a trasmissione digitale. Dovrà dimostrare da dove provengono i suoi capitali […] mentre una società che firma contratti con lo stato in altri settori non può essere proprietaria di un mezzo di informazione. E lo stesso vale anche per i loro proprietari e i membri dei consigli di amministrazione”.

Infatti, il fatto che le televisioni private abbiano trasmesso grazie a dei permessi temporanei e a continui rinvii per venticinque anni “è certamente un caso unico al mondo […] Una realtà che è stata condannata anche dal Consiglio di Stato del nostro paese, e in chiaro contrasto con il diritto comunitario che difende il pluralismo dell’informazione in modo molto chiaro e che condanna le posizioni dominanti nel mercato dei media. Non sono state rispettate, inoltre, né la Costituzione, né la legge che afferma che tutti i cittadini devono pagare le tasse in base alla loro capacità contributiva“.

Infine, per quanto riguarda le critiche espresse sui poteri del governo per quanto riguarda la possibilità di decidere il prezzo-base per le concessioni e il numero delle reti ecc., Lefteris Kretsos risponde: “In Grecia è in corso uno scontro tra il vecchio e il nuovo, e lo vediamo chiaramente anche per il settore dei media […] Vogliamo far capire a tutti che la televisione è parte integrante della democrazia. Non è solo intrattenimento, ma contribuisce a creare lo spirito critico e a diffondere informazione e conoscenza”.

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