Pochi chilometri a ovest della città di Kavala, in Macedonia, si trova uno dei siti archeologici più importanti della Grecia. Inserito nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco nel 2016, il sito sorge sui resti dell’antica città di Filippi.

Vista panoramica del sito archeologico di Filippi / Fonte: ERT

Incrocio di culture e civiltà, teatro di una delle più decisive battaglie dell’antichità e luogo emblematico per l’affermarsi del cristianesimo sul suolo europeo, Filippi vide passare per le sue strade re macedoni, politici, condottieri e soldati romani, uno dei più importanti apostoli e il primo cristiano europeo. Nel corso della sua plurisecolare storia, la città, che addirittura entrò a far parte del lessico dell’italiano nella forma di un’espressione, legò il suo nome con figure e avvenimenti storici che plasmarono il mondo occidentale. 

Di questo ricco e suggestivo passato che spazia dal periodo ellenistico all’età imperiale, e dall’epoca paleocristiana a quella bizantina, rendono ancor oggi testimonianza i monumenti conservati nel suo sito archeologico.

La Storia della città di Filippi

L’antica città di Filippi, oggi il più importante sito archeologico della Macedonia orientale, è situata ai margini delle paludi che coprono la parte sud-orientale della pianura di Drama. Il sito fu originariamente insediato da coloni provenienti dall’isola di Taso, i quali vi fondarono nel 360 a.C. la città di Crenides. Poco dopo la sua fondazione, però, la città fu conquistata dal re Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno, il quale consapevole del suo potenziale economico e strategico e con l’intento di farne un centro minerario, fortificò, ingrandì e ribattezzò la città dandole il suo nome. 

Da quel momento in poi, e lungo tutto il periodo ellenistico, Filippi entrò in una fase di crescita che vide il suo centro abitato dotarsi di mura, teatro, diversi edifici pubblici e case private.

teatro di filippi ministeroL’antico Teatro di Filippi (©Ministero della Cultura e dello Sport ellenico)

Nel corso della terza guerra macedonica, che segnò la fine della Macedonia ellenistica, la città fu conquistata dai Romani (168 a.C.). Entrando a far parte della realtà di un vasto e complesso Stato e posta lungo il percorso dell’allora nuova via Egnatia, che collegava l’Urbe con l’Oriente, Filippi divenne in epoca romana uno snodo commerciale e un centro regionale di grande importanza politico-amministrativa. 

Sarà proprio qui che si consumerà nell’ottobre del 42 a.C. una delle più drammatiche e decisive battaglie dell’antichità. Nella battaglia di Filippi, che si svolse fuori dalle mura occidentali della città, le forze dei triumviri guidate da Ottaviano (in seguito divenuto  primo imperatore romano) e M. Antonio sconfissero l’esercito dei repubblicani Bruto e Cassio. L’evento, che rientra nel contesto di quella lunga serie di guerre civili che sconvolsero Roma durante il primo secolo a.C., rappresentò un punto di svolta non solo per la città ma per l’intero mondo romano in quanto accelerò il tramonto dell’età repubblicana e il passaggio a quella imperiale.

In seguito allo scontro, Bruto demoralizzato e avvilito dalla disfatta subita si suicidò. Il motto “ci rivedremo a Filippi”, che ritroviamo nel lessico italiano, si riferisce proprio a questo episodio della storia romana e deriva da un celeberrimo passo di Plutarco riportato nelle sue Vite parallele. In esso, il Cesaricida, poco prima di togliersi la vita, ripercorre mentalmente i suoi giorni e ricorda che nella notte delle Idi di marzo del 44 a.C., dopo aver ucciso Cesare, ricevette in sogno la visione di un fantasma che affermando di essere il suo cattivo genio lo minacciò con la frase: “Ci rivedremo a Filippi!”.

Dopo la sua vittoria, Ottaviano elevò Filippi al rango di colonia romana col nome di Iulia Augusta Philippensis, rinforzando in tal modo il ruolo della città come centro finanziario, amministrativo e culturale. 

1024px Archaeological site of Philippi BW 2017 10 05 12 40 34Il foro romano a Filippi, Foto di Berthold Werner, CC BY-SA 3.0/ Fonte: Wikimedia Commons 

Quasi un secolo più tardi, nel 49-50 d.C., nella città multietnica che, modellata dal punto di vista amministrativo sulla capitale, appariva ora come una “piccola Roma”, giunse anche San Paolo e vi fondò la prima chiesa cristiana sul suolo europeo. Negli anni a venire, la diffusione della nuova religione e la vicinanza della città alla nuova capitale dell’Impero romano, Costantinopoli, donarono a Filippi ancora maggior splendore. 

Nell’arco di tempo compreso tra i secoli IV e V d.C., il volto della città, adeguandosi al nuovo status di sede della prima comunità cristiana in Europa, cambia e si arricchisce di tre magnifiche basiliche e del complesso dell’Ottagono, la cattedrale consacrata a San Paolo. Facendo ormai parte dell’Impero bizantino, Filippi continua a fiorire fino all’inizio del VII secolo, quando dopo una serie di terremoti e di incursioni slave, la città bassa viene gradualmente abbandonata dalla sua popolazione. Negli anni seguenti la città serve come fortezza bizantina, fino alla sua definitiva scomparsa alla fine del XIV secolo, dopo la conquista ottomana.

L’antica città di Filippi ricomparve in epoca contemporanea al seguito degli scavi iniziati sul posto dalla Scuola Archeologica Francese nel 1914. Dopo la seconda guerra mondiale, vi furono effettuati degli scavi sistematici condotti dal Servizio Archeologico greco e la Società Archeologica di Atene. Le ricerche archeologiche proseguono fino a oggi, svolti dal Servizio Archeologico, l’Università Aristotele di Salonicco e la Scuola Archeologica Francese. I reperti degli scavi sono oggi conservati nel Museo Archeologico di Filippi, le cui quattro collezioni comprendono oggetti provenienti dall’insediamento preistorico di Dikili-Tash, dalla città ellenistica, romana e paleocristiana di Filippi.

Nel luglio 2016 il sito archeologico di Filippi è stato iscritto nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO. 

I monumenti del sito archeologico di Filippi

Per via della sua ricca e plurisecolare storia, il sito archeologico di Filippi è in grado di offrire al suo visitatore uno spaccato suggestivo dell’arte e dell’architettura greco-romana e bizantina. Gli scavi condotti nella zona hanno infatti messo in luce numerosi e importanti resti della città antica, tra cui spiccano i tratti delle mura di Filippo II, l’acropoli, il teatro, il foro, la Basilica A, la Basilica B e l’Ottagono.

ottagono ministeroIl complesso dell’Ottagono (©Ministero della Cultura e dello Sport ellenico)

Lunghe 3,5 chilometri e intervallate da porte monumentali, le mura (prima fase di costruzione: Filippo II, metà del IV secolo a.C.; seconda fase di costruzione: Giustiniano I, 527 – 565 d.C.) partono dall’acropoli della città e arrivano a circondare i piedi della collina e parte della pianura circostante. L’acropoli stessa racchiude al suo interno resti di una torre tardobizantina. 

Senza dubbio, però, l’edificio più imponente del periodo ellenistico della città è Il teatro antico di Filippi, che fu probabilmente costruito dal re Filippo II a metà del IV secolo a.C., e successivamente rimaneggiato a più riprese per rispondere alle esigenze degli spettacoli romani. Nei suoi pressi si trovano inoltre un santuario di Silvano e uno dedicato a divinità egiziane. 

Risalente anch’esso al periodo romano di Filippi, e in particolare all’età antonina, Il foro, che all’epoca costituiva il centro religioso, commerciale, amministrativo e culturale della città, era un complesso di strutture pubbliche disposte intorno a una piazza centrale. La grande strada lastricata che corre lungo il suo lato nord è stata invece identificata con l’antica Via Egnatia, il decumano massimo della colonia romana.

Esemplari unici di architettura religiosa, annoverati tra i meglio conservati nel loro genere in tutto il mondo, i monumenti paleocristiani di Filippi furono costruiti tra il IV e il VI secolo d.C., spesso su edifici e case private romane, e consistono in due grandiose basiliche e il complesso ecclesiastico del cosiddetto “Ottagono”. 

Lunga 130 metri e larga 50, la Basilica denominata “A” (fine del V secolo d.C.) è una grande basilica a tre navate che oggi conserva nella sua navata centrale frammenti della sontuosa pavimentazione e parte dell’ambone. 

basilica b wikimediaLa Basilica B, Foto di Carole Raddato, CC BY-SA 2.0/ Fonte: Wikimedia Commons

Una basilica a tre navate anch’essa, la Basilica B (ca. 550 d.C.) dispone di una quasi quadrata navata centrale, che un’epoca era coperta da una cupola sostenuta da grandi pilastri.

Infine, il complesso dell’Ottagono comprende la cattedrale metropolitana dedicata all’apostolo Paolo, che fu costruita in tre fasi, il “Palazzo Vescovile” a due piani, nonché una phiale (fontana liturgica), un battistero e un portale monumentale verso la via Egnatia. 

Fonti principali (in greco)

s.d.

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