Il sito archeologico di Cnosso è il luogo più importante e più conosciuto della civiltà minoica. Il palazzo di Cnosso è situato a circa 5 chilometri a sud-ovest della città di Iraklio ed è circondato da uliveti, vigneti e cipressi. 
Secondo la leggenda, Cnosso era la sede del re Minosse, del primo re dell’isola, che diede il proprio nome a tutta la civiltà del III e del II millennio a.C. (civiltà minoica). Storie e leggende elettrizzanti sono legati alla storia del palazzo, come il mito del labirinto con il Minotauro e la storia di Dedalo e Icaro. Dal periodo neolitico (7000-3000 a.C.) fino ai tempi dei Romani, il sito fu continuamente abitato.
La maggior parte della gente crede che Cnosso sia stato scoperto da Sir Arthur Evans nel 1900. In effetti, il primo scavo ebbe luogo nel 1878, dal mercante e antiquario cretese Minos Kalokairinos, ma il suo contributo fu ampiamente oscurato da quello di Evans.
 
Minos Kalokairinos nacque a Iraklio nel 1843. Suo padre era un ricco proprietario terriero, che possedeva il sito del palazzo di Cnosso. Come osserva la dott.ssa Katerina Kopaka, “Kalokairinos ha cercato di combinare le sue responsabilità di imprenditore con la sua visione di un uomo di lettere”. Dopo gli studi di istruzione secondaria nell’isola di Syros, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Atene dove studiò solo per un anno. Kalokairinos si vide costretto ad abbandonare gli studi dopo la malattia e la morte del padre. In seguito, assunse l’azienda di famiglia, insieme al fratello, fino al 1871.
Kalokairinos si dedicò, più tardi, alla produzione di sapone, vincendo premi in mostre mondiali. Sfortunatamente, il successo delle sue imprese non durò a lungo; nel 1895 fu costretto a dichiarare bancarotta e quindi fu privato del diritto di esercitare un’attività commerciale. Nel 1903 decise di riprendere gli studi all’università e in seguito ottenne una laurea. Nel 1878 la sua passione per l’archeologia e gli studi classici lo portò a tentare i primi scavi sistematici a Cnosso. Comprò il sito dove voleva condurre scavi da Zekiris Bey e Ibrahim Efentakis; secondo la legge archeologica turca avrebbe avuto diritto a un terzo dei reperti. Lo scavo principale durò tre settimane e coprì diverse parti del complesso del Palazzo Reale di Cnosso, concentrando i lavori sulle ali ovest e sud. Nel 1879, il comandante generale cristiano di Creta, Fotiadis Pasha, visitò Cnosso per seguire l’avanzamento degli scavi. Con l’accordo dei letterati della città, decise di interrompere gli scavi per proteggere i reperti, poiché temeva che sarebbero stati trasferiti a Istanbul, dato che Creta era ancora sotto l’occupazione turca.
 
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Kalokairinos voleva far conoscere ampiamente il sito di Cnosso e scortò archeologi, diplomatici, corrispondenti di giornali sul sito e mostrò loro la sua collezione privata. Nel 1886, fu visitato dall’archeologo tedesco Heinrich Schliemann, famoso per la scoperta di Troia. Kalokairinos gli mostrò le sue scoperte, ma non riuscì a ottenere il permesso di proseguire gli scavi. Nel 1894, Sir Arthur Evans  visitò Creta per informarsi sugli scavi. Evans fu impressionato e acquistò un quarto della collina di Kephala per seimila dracme. Il 23 marzo 1900 iniziarono gli scavi. I colleghi più importanti di Evans furono l’archeologo D. Mackenzie, noto per i suoi scavi a Milos, che si impegnò a tenere il diario degli scavi, e gli architetti C. Doll, F.G. Newton e Piet de Jong.
 
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La “sala del trono” è la prima che venne alla luce. In due anni Evans e i suoi colleghi riuscirono a ripescare Cnosso fuori dalle ceneri e dalla lava. Kalokairinos si era ormai ritirato, a causa dei drammatici eventi che aveva vissuto: durante il massacro di civili da parte dei turchi il 25 agosto 1898, suo fratello  fu decapitato, sua nipote scomparsa e suo figlio assassinato. La casa sua fu incendiata e la raccolta di reperti provenienti da Cnosso, destinati  per il Museo Archeologico di Atene, fu distrutta.
 
Nel 1903 fu costruita una nuova dimora dal nipote di Kalokairinos. Oggi questa dimora ospita il Museo storico di Iraklio. Poco prima della sua morte, Minos Kalokairinos pubblicò la rivista “Cretan Archaeological Ephemeris”, in gran parte dedicata a Cnosso. Kalokairinos aveva una forte predisposizione verso la letteratura greca antica, in particolare Omero, Platone, Strabone, Pausania e le loro storie sull’antichità cretese. Come confessa nel suo libro “Prolegomena” (1893), il suo forte desiderio di attingere a queste opere per chiarire l’antica storia di Creta, lo ha incitato a intraprendere gli scavi. Kalokairinos aveva trovato una grande collezione di oggetti durante gli scavi. I reperti sopravvissuti dopo i violenti eventi del 25 agosto 1898, principalmente anfore trovate nell’ala occidentale del palazzo, furono donati a musei di Grecia, Parigi e Londra per attirare l’interesse del pubblico verso Cnosso.
L’archeologia cretese deve un grande debito a Kalokairinos per questa prima esplorazione di Cnosso che ha messo in luce il passato preistorico dell’ isola e ha aperto la strada a scoperte che hanno superato tutte le aspettative.
 
Testo originale in inglese via Greek News Agenda
Testo in italiano: mo
Cura editoriale: ak