La delimitazione delle zone marittime tra Grecia e Turchia dovrebbe avvenire attraverso il dialogo e sulla base del diritto internazionale, è stato il messaggio inviato da rappresentanti di Governo, Parlamento, Enti Locali, mondo accademico, ma anche parlamentari e senatori della diaspora dell’Unione interparlamentare mondiale dell’ellenismo, l’organizzazione composta da deputati e senatori greci della diaspora eletti in 28 paesi – durante la conferenza su “Diritto del mare e posizioni di Grecia e Turchia nella delimitazione delle zone marittime nell’Egeo” che si è svolta a Kastellorizo.

La conferenza è stata organizzata dall’Unione Interparlamentare Mondiale dell’Ellenismo in collaborazione con la Regione dell’Egeo meridionale e con il sostegno del Segretariato Generale per l’Ellenismo all’estero e la Diplomazia Pubblica del Ministero degli Affari Esteri. 

I discorsi principali sono stati pronunciati da Ioannis Chrysoulakis, Segretario Generale dei Greci all’Estero e della Diplomazia Pubblica del Ministero degli Affari Esteri, George I. Noulas, esperto in Relazioni Internazionali, Dottore dell’Università dell’Egeo e avvocato dell’Unione interparlamentare mondiale dell’ellenismo e consulente legale e da Angelos Syrigos, Vice Ministro dell’Istruzione e delle Religioni e Professore di Diritto Internazionale e Politica Estera.  

I saluti ufficiali sono stati pronunciati da Leonidas Raptakis, Senatore del Rhode Island e Presidente dell’Unione interparlamentare mondiale dell’ellenismo, Savvas Anastasis, presidente della Commissione Speciale della Diaspora greca, Alkiviadis Stefanis, vice ministro della Difesa, il vice governatore regionale Costas Chrysochoidis in rappresentanza del governatore regionale dell’Egeo Meridionale George Chatzimarkos, Stratos Amygdalos, il vice sindaco di Meghìsti (Kastellorizo) e Demetris Grimes, comandante veterano della marina americana. Un messaggio è stato inviato anche dall’ex Presidente della Repubblica P. Pavlopoulos.

Il sig. I.Chrysoulakis, dopo aver sottolineato che la Grecia ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) dal 1995, ha messo in risalto che i recenti accordi della Grecia con l’Italia e l’Egitto per la delimitazione delle loro zone economiche esclusive hanno dimostrato che gli stati del Mediterraneo rispettano il diritto internazionale. 

“Nel caso della Turchia, tuttavia, vediamo attività persistenti, illegali e aggressive contro la Grecia nell’Egeo e nel Mediterraneo orientale e contro Cipro nel Mediterraneo orientale. La Grecia dichiara a tutti i livelli che le specifiche rivendicazioni turche ignorano chiaramente i diritti sovrani ipso facto e ab initio della Grecia in quella zona marittima. In particolare, in base al principio consolidato del diritto del mare, le isole, indipendentemente dalle loro dimensioni, come questa bella isola che ospita la conferenza, hanno pieno diritto alla propria zona costiera, piattaforma continentale e zona economica esclusiva, proprio come qualsiasi territorio”.

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“Soprattutto per quanto riguarda Kastellorizo”, ha proseguito, “respingiamo gli argomenti turchi e la nostra posizione è chiara: Kastellorizo non è “a 500 chilometri dalla Grecia continentale”, né è una “anomalia geopolitica” o una “piccola isola che crea problemi”, come abbiamo ripetutamente sentito in passato. L’isola gode di diritti pienamente inviolabili secondo il diritto del mare, che il nostro governo difenderà contro qualsiasi contestazione. Pertanto, la nostra presenza qui oggi non è solo simbolica, è una dichiarazione dell’unità del nostro paese da nord a sud, da est a ovest, che funzione come scudo per proteggere il nostro paese, e allo stesso tempo segnala il nostro impegno per la pace e la stabilità”.

Concludendo, il sig. I. Chrysoulakis ha sottolineato che “abbiamo ripetutamente dimostrato la nostra disponibilità a risolvere qualsiasi problema con i nostri vicini, riguardante la delimitazione delle aree di mare nell’Egeo e nel Mediterraneo orientale, attraverso il dialogo e in conformità con il diritto internazionale, ma non sotto condizioni di pressione militare e minacce. “La Grecia rimane aperta a un’agenda positiva e concentra i suoi sforzi sul contributo alla pace e alla stabilità regionale, salvaguardando al contempo i suoi diritti e interessi sovrani”.

Da parte sua, il sig. G. Noulas ha sottolineato che “è vero che nel 2020 l’atteggiamento greco nei confronti delle sfide della Turchia è stato differenziato e in particolare è stato fatto un uso corretto dell’acquis europeo, che ha portato al riconoscimento dell’Evros e dell’Egeo come bordo orientale dell’Europa e non solo come confine greco-turco. La Grecia non ha motivo di mettere sul tavolo questioni con la Turchia, che storicamente ha sollevato questioni da risolvere, sfidando direttamente i diritti sovrani della Grecia, che sono pienamente garantiti da testi giuridicamente vincolanti. Del resto, la retorica di Ankara per la revisione dei testi giuridici che vincolano Grecia e Turchia prova senza dubbio l’intenzione diretta della Turchia a non applicare il diritto internazionale e le condizioni che la vincolano. “La Grecia riconosce giustamente una sola controversia da risolvere con la Turchia in modo pacifico e giuridicamente vincolante per entrambi i paesi, come prevedono esplicitamente e inequivocabilmente le convenzioni internazionali e il diritto del mare”.

Il sig. A.Syrigos, a sua volta, ha registrato cronologicamente l’evoluzione delle rivendicazioni turche nel Mediterraneo orientale dal 2004 ad oggi, ha fatto riferimento alle proposte di Ankara per la demarcazione delle zone marittime con Egitto, Libano e Israele e si è concentrato sul memorandum turco-libico per la delimitazione della zona economica esclusiva. “Per la Turchia, la firma di un tale accordo è stata una mossa strategica”, ha detto, “in quanto ha finora dato una propria interpretazione ai regimi legali esistenti che sono stati stabiliti in passato dai trattati internazionali. “D’ora in poi ha un proprio trattato che cerca di creare un nuovo regime legale”. Da tempo la Turchia ha “cambiato rotta”, ha aggiunto in modo caratteristico, «poiché si muove in altri termini, è piena di visioni megalomani e irrealistiche, è attratta dalla tensione, è indifferente al diritto internazionale e non esita a usare mezzi militari quando ha i margini di manovra». Dopo aver fatto riferimento alla firma da parte di Grecia ed Egitto dell’accordo di delimitazione della ZEE, le successive reazioni turche ma anche la nuova alleanza regionale che è emersa e si oppone alle ambizioni neo-ottomane di Erdogan, estendendosi dalla Francia agli Emirati Arabi Uniti, Syrigos ha concluso valutando l’accordo grego-egiziano: “Sebbene la firma dell’accordo con l’Egitto abbia causato la più lunga crisi nelle relazioni greco-turche, il principale vantaggio per la Grecia è che dall’agosto 2020 ha un trattato internazionale che copre le aree marittime rivendicate dal memorandum turco-libico. Questo fatto crea una disputa internazionale sui confini marittimi che limita tecnicamente il margine di manovra della Turchia. Permette anche esercitare pressioni diplomatiche. Inoltre, l’accordo con il Cairo sarà una potente arma diplomatica nel caso in cui la questione delle zone marittime venga deferita alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia. Tuttavia, non risolve né la questione della demarcazione nel Mediterraneo orientale né la disputa con la Turchia.  Una soluzione può essere trovata solo stabilendo tutti i confini marittimi della regione. “Dato che nessuna demarcazione può essere concordata a causa delle controversie turche, l’unica soluzione è ricorrere alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia”.

Il sig. A. Stefanis ha sottolineato che “con un senso di grande onore e gioia particolare sono stato alla conferenza sul diritto del mare, in un luogo di frontiera che è anche una parte sensibile del territorio greco, a Kastellorizo. Indubbiamente, il diritto marittimo moderno funziona come un controllo sull’uso arbitrario della violenza e la difesa dei nostri confini, che sono anche confini europei.  I nostri diritti sovrani marittimi vengono costantemente violati, lanciando minacce illegali e promuovendo interpretazioni errate del diritto internazionale. La Turchia sta palesemente ignorando le regole fondamentali, cercando di minare le basi della stabilità nell’intera regione. A questo atteggiamento provocatorio. Il nostro paese risponde a questo atteggiamento provocatorio con vigore e facendo valere i suoi diritti. “Abbiamo forze armate affidabili e ben addestrate, che agiscono come un potente deterrente contro qualsiasi tipo di minaccia”.

Il sig. L.Raptakis, infine, ha sottolineato che “Noi, senatori e deputati della diaspora eletti, da 28 stati membri dell’Unione Interparlamentare Mondiale dell’Ellenismo, porteremo dove siamo eletti le giuste posizioni della Grecia per il diritto del mare. Qui a Kastelorizo, io personalmente ​​​​in qualità di Presidente dell’Unione Interparlamentare Mondiale dell’Ellenismo e tutti i nostri membri, iniziamo la battaglia per far sapere al pubblico che la Grecia rimane aperta ad un’agenda positiva, contribuendo allo stesso tempo alla pace e alla stabilità regionali. Lotteremo ancora per il riconoscimento del genocidio dei Ponti”.

 

 

Traduzione in italiano: Pelagia Kotsoni

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