Il Nuovo Monastero -Nea Moní- di Chìos, il più importante monumento medievale dell’isola, fu costruito nell’XI secolo d.C. ed è conosciuta in tutto il mondo per la sua squisita arte musiva. Nel 1990 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Nea Moní © @chios.gr

Storia

Nea Moní fu edificata nell’XI secolo, tra il 1042-1056, e fu dedicata alla Dormizione della Vergine. Il complesso monastico fu costruito con il patrocinio imperiale di Costantino IX Monomachos e sua moglie Zoe. Secondo la tradizione monastica, l’imperatore Costantino il Grande finanziò il monastero per ripagare i tre monaci di Chìos, Nikitas, Giuseppe e Giovanni che predissero che il suo esilio a Lesbo fosse temporaneo e che alla fine sarebbe tornato al trono. I tre monaci scoprirono l’icona miracolosa della Vergine Maria in un albero di mirto nell’attuale sede del Monastero. Questo fu anche il luogo dove inizialmente costruirono una piccola chiesa con alcune celle. L’imperatore Monomaco diede al Monastero proprietà e rendite, cosa molto rara per il sistema economico bizantino. Il Monastero di Nea Moní divenne uno dei monasteri più ricchi e famosi dell’Egeo. Lo sviluppo continuò fino al massacro di Chìos nel 1822 quando il Monastero fu saccheggiato e, da quel momento, iniziò il declino economico.

Νέα Μονή Χίος 07 Από Vgargan Έργο αυτού που το ανεβάζει CC BY SA 4.0

via Wikimedia Commons Vgargan – CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=51465068 

Architettura

Il complesso si estende su una superficie di circa 17000 mq e si trova al centro dell’isola. Comprende il tempio principale, due chiese minori, la tavola, dove pranzavano i monaci, gli alloggi dei monaci (celle) e cisterne sotterranee create per immagazzinare l’acqua. Nella parte nord-occidentale del Monastero si trova un’imponente torre difensiva. Tutte le parti del Monastero sono circondate da alte mura di pietra. Viene sottolineato che il katholikón (chiesa centrale) del monastero è uno dei pochi esempi sopravvissuti dello stile ottagonale, poiché questo tipo architettonico era nuovo all’epoca.

Gli straordinari mosaici

Il monastero dispone delle squisite decorazioni musive che riecheggia la fiorente Arte di Costantinopoli durante gli anni della dinastia macedone. I mosaici risalgono all’XI secolo e sono una delle prime tre serie di mosaici nell’area greca durante il periodo medievale. Gli altri due sono i mosaici del Monastero di San Luca in Beozia e del Monastero di Dafní in Attica a Dafní, e sono patrimonio culturale dell’UNESCO. Caratteristiche della tecnica utilizzata per realizzare i mosaici sono l’espressione drammatica e la semplicità monastica. Gran parte della superficie del dipinto è d’oro e quando la luce si riflette su di esso, enfatizza la trascendenza delle immagini e delle forme dando l’impressione che si stiano spostando verso un mondo superiore e spirituale.

NEA MONI PSIFIDOTAvia Wikimedia Commons, Michel Bakni, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=98503143

Notevole è la cura prestata dai creatori affinché i mosaici del tempio principale, posti più in alto dello spettatore, mostrino le proporzioni corrette se visti dal basso. Le rappresentazioni che ricoprono superfici o l’altra parte sono leggermente “schiacciate” al centro o in un’altra parte, in modo che appaiano nelle proporzioni corrette allo spettatore, in seguito alle norme della geometria proiettiva.

nea moni unesco 3 chios.g         La tavola dei monaci © @chios.gr

I mosaici di Nea Moní oggi sono una delle tre raccolte rimaste in Grecia del periodo bizantino e rimangono in condizioni relativamente buone. La loro eccezionale qualità e il fatto che siano opera di artisti che sono stati associati alle più grandi botteghe di Costantinopoli, li colloca tra le creazioni più importanti dell’arte bizantina.

nea moni 4 chios.grNea Moní © @chios.gr

Gli edifici restanti situati entro i confini delle mura sono: La chiesa di Aghios Panteleimon, una chiesetta a destra della strada che porta alla torre; il Museo, l’esposizione delle reliquie del Monastero, aperto al pubblico nel 1992; la Chiesa di Santa Croce, una chiesetta costruita accanto al cancello d’ingresso, dove sono rimaste le ossa dei martiri e combattenti del massacro di Chíos.

*Immagine di copertina: ©www.chios.gr

Fonti
Chios.gr
Unesco
Wikipedia

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