Nel corso della sua vita, Ghiannis Ritsos (1909-1990), esponente di primissimo piano della cosiddetta “Generazione degli anni ‘30” e del modernismo greco e tra i più grandi poeti greci del Novecento, ebbe parecchie volte occasione di recarsi nel Belpaese. A partire dal 1976, anno del suo primo viaggio, e fino alla sua scomparsa nel 1990, Ritsos visitò l’Italia almeno 7 volte.

In Italia lo portarono tanto la voglia di ritirare personalmente i premi assegnatigli (“Premio Internazionale Etna-Taormina”, 1976, “Premio Letterario Internazionale Mondello Città di Palermo”, 1978, “Premio Biella-Poesia” e “Premio Internazionale Città dello Stretto”, 1985) quanto l’amicizia con Nicola Crocetti, suo traduttore in italiano, assieme al quale girarono in lungo e in largo il Paese ammirandone e conoscendone le bellezze.

Dagli appunti e le note prese in un taccuino durante i primi tre viaggi (1976, 1978, 1980), scaturirono poi tre raccolte di poesie (“Trasfusione”, “Il mondo è uno” e “La statua sotto la pioggia”), una sorte di diario poetico di viaggio nel quale riportare le relative esperienze, riflessioni e impressioni, e che insieme formano il “Trittico Italiano” di Ghiannis Ritsos. Le tappe di questi viaggi, i posti e le città visitati, e talvolta raccontati, numerosi: Catania e Taormina, Venezia, Firenze, Milano e Roma nel 1976, Mondello e Palermo in Sicilia, Salerno, la Costiera Amalfitana, Positano, Sorrento, Pompei, Roma, Siena e Milano nel 1978, Milano e Bienno in Lombardia, gli Apennini, Montemarcello in Liguria, Siena in Toscana, Castiglione del Lago, Perugia e Assisi in Umbria e Ortona in Abruzzo nel 1980.

In questo diario poetico, e a differenza di altri che durante il loro soggiorno nel Belpaese scrissero poesie di viaggio, Ritsos non si sofferma soltanto ai monumenti e le antichità, ma cerca la bellezza ovunque, in marmo o carne che sia, nella vita quotidiana e i passeggeri quanto nell’arte e le statue.

Nel settembre 1978, dunque, fa sosta a Positano e ne rimane colpito. Con sguardo innamorato accoglie, avvolge e abbraccia il paesaggio armonioso e con parole intrise d’erotismo e sensualità descrive “cinque finestre a volta”, da cui si affacciano cinque donne dai gesti naturali e improvvisati ma nel contempo magici e suggestivi. Di fronte a questa scena di tale bellezza e armonia da infondere in lui il desiderio di farla propria, di impadronirsi di essa e di immortalare il momento, il poeta ricorre alle parole e alla sua poesia.  

 

LA POESIA POSITANO

 

Ocra, rosso mattone, bianco, nell’abbondante verde del fogliame,

nell’azzurro del cielo e del mare. Belle proporzioni,

e questa gioia per l’amichevole partecipazione, come avessimo

contribuito anche noi alla scelta e alla disposizione di colori e forme

conservando un nobile anonimato.

                                                Tuttavia,

queste cinque finestre a volta, dove cinque ragazze

scostavano le tende bianche per guardare il mare, –

una teneva un grappolo d’uva beccando a uno a uno

gli acini viola; l’altra si pettinava i capelli neri;

la terza teneva un fazzoletto – forse faceva cenno alla barca bianca –

le altre due arrotondavano le labbra, come

per fischiare una piccola canzone d’amore.

                                                            Dunque

queste cinque finestre vorrei, come una poesia di cinque versi,

firmarle in bella grafia e per esteso col mio nome.

 

Positano, 17.9.1978

(tratto da “Il mondo è uno”)

traduzione: Nicola Crocetti

 

Το ποίημα-Ποζιτάνο

 

Ωχρα, κεραμίδι, λευκό, μέσα στο άφθονο πράσινο των φυλλωμάτων,

μέσα στο γαλανό τ΄ουρανού και της θάλασσας. Ωραίες αναλογίες,

κι αυτή η χαρά της φιλικής συμμετοχής, σαν να ΄χαμε

συντελέσει κι εμείς στη διαλογή και στη διάταξη χρωμάτων και σχημάτων

κρατώντας μιαν ευγενικήν ανωνυμία.

                                                    Ωστόσο,

αυτά τα πέντε θολωτά παράθυρα, όπου πέντε κορίτσια

παραμέρισαν τις άσπρες κουρτίνες να κοιτάξουν τη θάλασσα-

η μια κρατούσε ένα σταφύλι ραμφίζοντας μία μία

τις μαβιές ρώγες˙ η άλλη χτένιζε τα μαύρα μαλλιά της˙

η τρίτη κρατούσε ένα μαντίλι – κι ίσως ένευε στην άσπρη βάρκα˙

οι δυο άλλες στρογγύλευαν τα χείλη τους, σαν να ΄ταν

να σφυρίξουν ένα μικρό τραγούδι ερωτικό.

                                                            Λοιπόν

αυτά τα πέντε παράθυρα θα ΄θελα, σαν ένα πεντάστιχο ποίημα,

να τα υπογράψω καλλιγραφικά και ολογράφως με τ΄όνομά μου.

 

17.9. 78
 
 
Fonte di informazione:
Ritsos Ghiannis, Il mondo è uno, trad. Crocetti Nicola, Milano, Edizione Vanni Scheiwiller, 1981
Amanda Skamagka, Il viaggio di Ghiannis Ritsos in Italia tra antichità e modernità, tra bellezza e sensualità in A. Berrino e A. Buccaro, Delli Aspetti de Paesi: Vecchi e nuovi Media per l’Immagine del Paesaggio, tomo primo, Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Iconografia della Città Europea (CIRICE) – Università degli Studi di Napoli Federico II, Napoli.
(in greco)
Ρίτσος Γιάννης, Ιταλικό τρίπτυχο: Μετάγγιση, Ο κόσμος είναι ένας, Το άγαλμα στη βροχή, Aθήνα, Κέδρος, 1991.

 

Immagine di copertina:Yiannis Moralis, Figura, 1986/ Fonte immagine: nikias.gr

 

s.d.

 

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