Uno dei più importanti scrittori greci contemporanei, considerato anche uno dei più rappresentativi della sua generazione, Thanassis Valtinos è il nuovo Presidente dell’Accademia di Atene. Nato nel 1932 in Kastri, un piccolo paese dell’Arcadia montuosa, Valtinos visse l’Occupazione e la Guerra civile nel Peloponneso (Kastri, Sparta, Gythio, Tripoli). Nel 1950 si trasferì ad Atene, dove vive tuttora.

Valtinos ha scritto numerose novelle e romanzi. In effetti, la storia dura e dolorosa della società greca durante il ventesimo secolo è l’inesauribile fonte della sua ispirazione narrativa. La sua opera è stata ampiamente tradotta all’estero; in italiano, pubblicati da Crocetti Editore sono apparsi i libri: Il ritorno dei nove e Blu scuro quasi nero. Nel 1990 l’Accademia di Atene gli conferì il primo premio di narrativa per il romanzo Elementi sugli anni Sessanta.

Inoltre Valtinos ha tradotto in greco moderno opere di Eschilo e di Euripide e ha scritto sceneggiature per il cinema, come quella del pluripremiato film Viaggio a Citera di Theo Angelopoulos.

Vi proponiamo alcuni brani dell’intervista rilasciata dallo scrittore greco a Greek News Agenda e Grèce Hebdo:

 

L’uomo comune occupa un posto centrale nel Suo lavoro. Perché?

Thanassis Valtinos: Non mi interessano i personaggi eroici. Ciò che mi attrae è l’uomo comune, l’uomo di tutti i giorni, le persone semplici che hanno sperimentato la sofferenza.

Cos’è successo a quest’ uomo dopo la dittatura dei colonnelli?

Thanassis Valtinos: Penso che sia cambiato a seguito della trasformazione dell’intera società greca. Io mantengo ancora vivo il ricordo di quelle persone che sapevano cantare e ballare spontaneamente. E poi quell’uomo comune è diventato un semplice ascoltatore della radio, un telespettatore, perdendo la sua capacità di comunicare e di esprimersi in modo autentico. Dopo la dittatura quest’uomo di cui parlo è diventato morbido e anche assorbito dal consumismo. La sua “liberazione” ha preso una direzione “sbagliata”, una direzione senza qualche disciplina spirituale. Non so se -come nazione- siamo ora in grado di raggiungere un consenso, come l’abbiamo fatto nel passato, per esempio, in occasione dell’invasione nel 1940. Nella crisi attuale, l’uomo comune è diventato vittima di manipolazione da parte delle élite politiche e reagisce solo occasionalmente, e in maniera frammentaria, come nel caso delle proteste contro la riduzione delle pensioni. La letteratura può certamente svolgere un ruolo al proposito, però il numero delle persone interessate è sempre limitato mentre la “cattiva” letteratura sta guadagnando terreno.

Cosa significa per Lei essere un montanaro in Grecia?

Thanassis Valtinos: Nella mia adolescenza ho vissuto l’occupazione tedesca e la guerra civile nel Peloponneso. Ho sviluppato la capacità di un montanaro di resistere alle avversità.

Cosa apprezza di più della Grecia e dei greci?

Thanassis Valtinos: Poche cose, ma sono delle cose che mi piacciono enormemente.

Per esempio?

Thanassis Valtinos: Il senso di semplicità e la reazione diretta di fronte a situazioni difficili. E quel senso di dignità particolarmente visibile nelle persone di una certa età.

Quali sono i Suoi progetti per quanto riguarda l’Accademia di Atene?

Thanassis Valtinos: Nella mia qualità di Presidente, vorrei aprire quest’istituzione al pubblico attraverso seminari e presentazioni di arte e letteratura, affinché l’Accademia di Atene non sia più considerata come un “monastero chiuso e obsoleto”. Tuttavia, la mancanza di risorse finanziarie resta un problema chiave.

 

Il ritorno dei noveblu scuro quasi nero 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leggere tutta l’intervista qui (in inglese) e qui (in francese)

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