Esiste nell’isola di Leros, la quale fa parte dell’arcipelago del Dodecaneso nel Mar Egeo, una straordinaria città che sembra un vecchio set cinematografico con edifici di una tipologia architettonica unica, un amalgama, in effetti, di art deco e Bauhaus. Questa è la cittadina di Lakkì, o Porto Lago, come veniva originariamente chiamata quando fu costruita negli anni ’30, durante l’occupazione italiana del Dodecaneso.
La posizione strategica di Lakkì
La storia della città inizia all’inizio del XX secolo nel 1912, quando Leros, come il resto del Dodecaneso, passò sotto il controllo italiano. Beneficiando di una posizione strategica e di uno dei porti naturali più grandi dell’Europa meridionale, fu qui che Mussolini decise in seguito di ospitare la Regia Marina Italiana come parte del suo piano per il controllo del Mediterraneo orientale.
Nel 1923 in località Lepida venne istituita la base aeronautica G. Rossetti, con per idrovolanti, installazioni militari e alcune abitazioni. “Ma il bisogno sempre crescente di alloggi per gli ufficiali e le loro famiglie indusse l’amministrazione italiana a fondare una nuova città, Porto Lago, sulla costa opposta”, spiega il professore di architettura Vassilis Kolonas nel suo libro “Architettura italiana nel Dodecaneso, 1912- 1943″. Il governatore italiano Mario Lago era il responsabile del coordinamento di un ambizioso programma infrastrutturale sull’isola di Leros. Il nome Porto Lago è in realtà un gioco di parole. Da un lato si riferisce alla baia, che ha un’apertura stretta e ricorda un lago e, dall’altro, al cognome del governatore. Per la progettazione della città fu invitato il famoso architetto dell’epoca Florestano di Fausto, le cui opere adornano Rodi e Kos, città d’Italia e delle sue ex colonie, Albania e Libia. Comunque, furono gli architetti Rodolfo Petrakko e Armando Bernabiti che alla fine costruirono una città moderna nel porto per ospitare migliaia di italiani, compreso il personale militare e le loro famiglie.
Il razionalismo italiano
A quel tempo, l’intera baia era una palude disabitata e le autorità iniziarono a riempire l’area con tonnellate di cemento importate dall’Italia. Petrakko e Bernabiti studiarono bene l’area e iniziarono a progettare da zero la loro città utopica secondo i criteri del nuovo modello urbanistico italiano.
Oggi, la città di Porto Lago (Lakkì dopo l’annessione del Dodecaneso alla Grecia nel 1948) è uno degli esempi più rappresentativi del razionalismo italiano. Il razionalismo è un movimento architettonico nato nell’Italia dell’inizio del XX secolo che enfatizzava il design funzionale basato sugli ideali di purezza, logica ed ecumenismo. Si ispira alle tendenze emergenti come il modernismo e il futurismo, nonché alla geometria classica degli antichi templi greci e romani. Questa nuova corrente sembrava essere la risposta più sensata alle aspirazioni del leader del partito fascista: quelle di dimostrare che il progresso e la direzione verso una era di nuove idee erano concetti fondamentali per consentire all’Italia di diventare una potenza economica e politica. Allo stesso tempo, il nuovo regime fascista italiano cercava attivamente di “italianizzare” il Dodecaneso rendendo obbligatorio l’apprendimento dell’italiano, incoraggiando gli abitanti ad acquisire la cittadinanza italiana e sopprimendo le istituzioni greche.
La nuova città di Porto Lago
La nuova città, Porto Lago, costruita tra il 1930 e il 1936, aveva di tutto, dagli edifici pubblici agli alloggi per ufficiali e soldati. Il risultato è un insieme architettonico unificato, costruito secondo i principi del razionalismo italiano. La chiesa, il teatro, la scuola, l’ospedale, la caserma dell’artiglieria, l’albergo e soprattutto il mercato circolare con la torre dell’orologio, formano un insieme architettonico di unica coerenza. Con una serie di strade lunghe e curve, Porto Lago enfatizza l’efficienza e l’ordine, offrendo allo stesso tempo un senso di bellezza e armonia. Sul perimetro orientale, una linea ferroviaria trasportava le merci dal porto alla dogana. Accanto si trovava la zona commerciale con un cinema, un mercato e un hotel. All’interno della città, la zona residenziale è costituita da edifici diversi per ufficiali e per operai. Sono stati allestiti grandi piazzali e piantati centinaia di pini ed eucalipti. Le case sono graziosi edifici cilindrici e cubici con ampi giardini. Ci sono edifici con facciate semplici ma imponenti, muri bianchi, curve e finestre incassate, un mix di art déco e Bauhaus. Gli edifici sono caratterizzati da ampie superfici scabre e da una combinazione di volumi geometrici semplici con grandi finestre prive di elementi decorative.
Gli edifici più emblematici
CinemaRoma: L’edificio, edificato nel 1938, forma un unico complesso con l’adiacente Albergo Roma. Oggi è completamente restaurato e funziona sia come cinema che come teatro.
Il Comune e Casa Littoria
Si tratta di un edificio multifunzionale situato nella piazza centrale davanti al mare che fungeva da municipio, farmacia e ufficio postale. La parte rivolta al mare venne denominata Casa Littoria e servì come sede di diverse associazioni fasciste. L’edificio fu distrutto durante la seconda guerra mondiale e oggi è utilizzato per vari scopi tra cui bar, ristoranti e negozi.
Albergo Roma
L’albergo è stato realizzato con l’adiacente cinema-teatro con forma monoblocco. Dopo l’annessione del Dodecaneso alla Grecia nel 1948, l’edificio riaprì come albergo, ribattezzato “Hotel Leros”, che operò fino alla metà degli anni ottanta. Oggi l’hotel è in fase di ricostruzione. La parte orientale della città era zona militare e comprendeva la caserma navale (Caserma Marinai), la caserma della fanteria (Caserma Regina), l’ospedale, i magazzini ed altri edifici secondari.
Razionalismo mediterraneo
Comunque, secondo gli studiosi, anche all’interno del movimento razionalista, Lakkì resta un caso particolare. L’architettura di Lakkì è varia, inclusiva e fantasiosa, mentre le città italiane erano rigide, monotone e inutilmente monumentali. Ecco perché lo storico dell’architettura Vassilis Kolonas, nel suo libro “Architettura italiana nel Dodecaneso 1912-1943” parla di “razionalismo mediterraneo” a toni bassi, sottolineando l’affinità morfologica tra l’architettura moderna e l’architettura cubista delle isole del Mediterraneo: superfici bianche , cubi, tetti piani. La città è considerata l’unica con uno stile veramente razionalista fuori dall’Italia.
È anche “l’unica città europea progettata e costruita nel XX secolo ex novo senza costituire un prolungamento di una città esistente” afferma l’architetto Dimitris Isichos nel suo libro “La città di Lakkì de Leros – La citta di Portolago – Progettazione architettonica e l’influenza del razionalismo nelle opere degli italiani nell’isola di Leros”. Gli architetti Petrakko e Bernabiti si sono ispirati ai dipinti di Giorgio de Chirico, alludendo alla “città metafisica” del grande pittore, così come alla geometria dei templi antichi e al modernismo ottimista dell’Art Déco. C’è un senso di giocosità e forse di assurdità nelle loro creazioni e sembra che siano sfuggiti allo stretto controllo politico dell’Italia. Il risultato è uno degli esperimenti più audaci e unici nel campo dell’architettura e dell’urbanistica del XX secolo. I lavori furono interrotti durante la seconda guerra mondiale e il progetto originario non venne mai portato a termine.
Durante la Seconda Guerra Mondiale sull’isola di Leros si svolse una grande battaglia quando l’Italia lasciò l’Asse. La “Battaglia di Leros” -che ispirò il famoso romanzo “I cannoni di Navarone” e l’omonimo film- iniziò il 26 settembre 1943 e durò 52 giorni. L’isola, bombardata quotidianamente, venne colpita 190 volte. A causa di questa battaglia il mare intorno a Leros è pieno di resti e relitti che rendono l’isola di Leros un museo unico. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’annessione del Dodecaneso alla Grecia, gli abitanti italiani di Lakkì se ne andarono. Parte delle strutture di Lakkìe della regione di Lepìda sono state utilizzate per ospitare l’ospedale di Leros, che fino a pochi anni fa ospitava principalmente malati di mente. Durante la dittatura, a Lakkì e Parteni fu allestito un campo di internamento civile. Le residenze degli ufficiali italiani passarono nelle mani degli abitanti dell’isola, mentre alcuni degli edifici più emblematici della colonia, come l’albergo (attivo fino agli anni ’70) e il cinema, sono oggi di proprietà del Comune di Lero. Oggi, Lakkì conta meno di 2.000 abitanti, mentre al suo apice, alla fine degli anni ’30, vivevano nella città più di 8.000 persone.
Dichiarazione degli edifici come monumenti storici da parte del Ministero della Cultura
Recentemente il Ministero dei Beni Culturali ha dichiarato monumenti storici gli edifici della Caserma Marinai, eccellente esempio di eclettismo oggi noto come Poseidonio, il Grande Magazzino in stile “deco” e l’aerofono (l’antenato del radar) che, con le sue pareti acustiche curve, le installazioni sotterranee e l’area circostante, è un esempio unico di architettura militare in Grecia e una delle poche installazioni aeronautiche rimaste in Europa con copertura a 360 gradi.
* Articolo originale su GrèceHebdo.gr: Porto Lago, la ville au style rationaliste de la mer Égée
Fonti
Dimitris Isichos “La città di Lakkì di Leros – La città di Portolago – Il progetto architettonico e l’influenza del razionalismo nelle opere degli italiani nell’isola di Leros”, 2015 (in greco)
Vassilis Kolonas “Architettura italiana nel Dodecaneso, 1912-1943”, 2002 (in greco)
Sito ufficiale del Comune di Leros
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