L’articolo è stato aggiornato il 24 settembre 2019

In un museo archeologico subacqueo si trasformerà entro il 2020 il celebre relitto antico di Peristera. Il relitto che costituisce la più grande costruzione navale dell’età classica finora rinvenuta, adagiato da circa 2500 anni sul fondale al largo dell’isola di Alonissos, sarà visitabile dagli appassionati d’immersione, i quali accompagnati da un “cicerone sub” potranno fare un vero e proprio tuffo nella storia per ammirare da vicino uno dei più importanti relitti del mondo.

Dopo le prime ricognizioni effettuate in proposito lo scorso ottobre nell’ambito dell’iniziativa UE “Bluemed”, la Soprintendenza alle Antichità subacquee ha organizzato il 6 e 7 aprile 2019 in collaborazione con la Regione Tessaglia e le autorità locali dell’isola, in presenza del Sottosegretario di Stato per la cultura e lo sport, Konstantinos Stratis, un seminario di due giorni dal titolo “Bluemed a Alonissos. Per il patrimonio culturale sottomarino e la sua gestione”. A margine dell’evento si sono realizzati, con la partecipazione di subacquei professionisti e amatoriali, i primi test ai fini di valutare e preparare l’esecuzione di visite guidate al relitto, i quali si sono conclusi con esito positivo.

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Situato in fondo al mare di Alonissos, nei pressi del disabitato isolotto di Peristera e all’interno del rinomato Parco Nazionale Marino dell’isola che costituisce l’habitat naturale della foca monaca, lo storico relitto fu ritrovato nel 1985 dal pescatore greco, Dimitris Mavrikis, che ne indicò la posizione alle autorità competenti. Gli anni che seguirono videro l’inizio delle prime attività scientifiche volte a indagare sul sito. Diretti dall’archeologa subacquea, D.ssa Elpida Hadjidaki, gli scavi consecutivi condotti negli anni 1992,1993, 1999 e 2000, rivelarono un tesoro culturale di grandissimo rilievo.

Il relitto suscitò un grande interesse nel mondo dell’archeologia, e non solo, a livello mondiale, innanzitutto per le sue dimensioni e per la quantitá e l’ottimo stato dei reperti rinvenuti. Infatti, custodita dal mare a circa 30 metri di profondità e in parte insabbiata, l’imbarcazione antica conteneva un carico quasi intoccato dal tempo, costituito perlopiù da circa 4000 anfore vinarie provenienti dalle regioni vinicole di Mendi in Calcidica, Peparithos (l’attuale Skopelos) e Ikos (l’attuale Alonissos). Si trattava di una nave carica destinata a Atene, la quale per motivi ancora ignoti naufragò nell’ultimo scorcio del V secolo a.C., tra il 425 e il 415 a.C., in una cala conosciuta fin dall’antichità alle imbarcazioni in transito che cercavano riparo dai venti e dal maltempo. Testimone dei fitti scambi commerciali e dell’egemonia marittima di Atene, di lì a poco persa e mai recuperata in seguito alle Guerre del Peloponneso, il relitto racconta pure di un altro fatto significativo. Lungo pressappoco 30 metri e largo 10 metri, di un dislocamento oltre le 120 tonnellate, il relitto di Peristera risulta la più grande nave del periodo classico finora rinvenuta. Un dato che amplia le nostre conoscenze sulle capacità delle costruzioni navali degli antichi, smentendo anche le opinioni e le ipotesi scientifiche precedenti e prevalenti a questo riguardo.  

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Oltre al relitto di Peristera, in corso di trasformazione in archeomusei sommersi ci sono anche altri tre relitti sparsi nel mare ricco di storia delle Sporadi Settentrionali e del golfo Pagaseo. Nel prossimo futuro, quindi, accessibili al pubblico equipaggiato con pinne, bombole e maschera saranno anche il relitto bizantino dell’isolotto di Kikinthos, databile tra il IX e il XIII secolo d.C., il relitto in località Akra Glaros risalente anche esso all’epoca bizantina e il relitto in località Tilegrafos databile intorno alla metà del IV secolo d.C.

 

Fonti di informazione:  Agenzia di Notizie Ellenica, ANA-MPA.
 
Fonti (in greco): Agenzia di Notizie Ellenica, ANA-MPA

Immagini: © Ministero della Cultura e dello Sport della Repubblica Ellenica, Soprintendenza alle Antichità subacquee/ Foto di Matteo Collina, Università della Calabria-DIMEG

s.d.

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