Ad un’altitudine di circa 550-650 metri, su un altopiano tra pendii verdeggianti, i Kassopei salirono nel IV secolo a.C. per costruire la loro capitale. Le ragioni che li spinsero qui non furono solo il clima fresco, né la vista libera sul mare. Era soprattutto la posizione naturalmente fortificata che offriva loro sicurezza e controllo della via terrestre nord-sud e di quella che collegava la terraferma alla costa. I Kassopei volevano che la loro capitale fosse all’avanguardia sotto ogni punto di vista, per garantire non solo il loro sostentamento ma anche il loro benessere. L’ordine geometrico caratterizza la costruzione delle loro abitazioni. In una posizione di rilievo collocarono il mercato, con tutti i suoi edifici pubblici. All’inizio del III secolo a.C. costruirono anche un grande teatro per assistere a spettacoli teatrali e discutere questioni politiche.

Il teatro di Kassopi fu costruito ai piedi della collina più alta della città, sotto l’acropoli nord-ovest. La scelta dell’orientamento non fu casuale. Gli spettatori avrebbero potuto godere, oltre che delle creazioni dei poeti, di una vista panoramica sul Golfo di Amvrakikos, sul Mar Ionio e sull’isola di Lefkada.

Il monumento impressiona ancora oggi il visitatore ai cui occhi si rivela gradualmente man mano che ci si avvicina al lato occidentale della città.

Le sue dimensioni e la sua ubicazione erano imponenti  e gli davano un posto di importanza nella vita pubblica. Allo stesso tempo, la struttura si inseriva armoniosamente nel rilievo naturale della collina rocciosa.

I primi insediamenti sul luogo sono noti dal Paleolitico, ma la città di Kassopi venne fondata a metà del IV secolo a.C. e divenne capitale dei Kassopei, una sub-tribù dei Tesprozi. Apparteneva alla Lega etolica. Fiorì nel III secolo a.C., quando vi vennero edificati importanti edifici pubblici.

Kassopi ha un’architettura antica impressionante, poiché è costruita secondo il sistema ippodameo ed è divisa in 20 strade parallele, gli “stenopoi”. I Kassopei, una tribù prevalentemente continentale, crearono un grande centro economico e commerciale, che aveva un’agorà, un pritaneo, due teatri, una casa per gli ospiti, templi di culto e una propria zecca. Soprattutto il grande teatro antico di Kassopi è una vera opera d’arte. La città fu distrutta nel 167 a.C. dai Romani e infine abbandonata nel 31 a.C., quando gli abitanti rimasti furono portati via con la forza come coloni della nuova Nikopoli antica fondata dai Romani.

Architettura del teatro

Due alzate poligonali, rinforzate da piastre- supporto, sostengono le due estremità del Koilon (cavea), che è divisa da un fregio intermedio in due sezioni con ventiquattro file di gradini in pietra sotto e dodici file sopra. Alla cima della cavea un fregio più ampio è protetto esternamente da un muro, che presenta un’apertura, la quale probabilmente facilitava l’uscita degli spettatori dalla parte superiore del teatro. Undici scale dividevano la cavea in dieci tribune, con le due tribune finali larghe la metà delle altre. L’orchestra del Teatro è particolare perché non forma un cerchio completo, ma un arco più grande di un semicerchio. Il palcoscenico è rettangolare ed è fiancheggiato da due aree di retroscena, sporgenti su entrambi i lati verso l’orchestra, tra le quali si sviluppa il proscenio con sei colonne nella parte anteriore. La capienza del teatro è stimata in 5.000-6.000 spettatori.

Prima rappresentazione dopo il restauro

Seguendo i dettami della storia, il teatro fu abbandonato alla fine del I secolo a.C., insieme all’intera città, quando i suoi abitanti furono costretti a trasferirsi nella neonata Nikopolis. Nei secoli successivi, Kassopi, ormai in rovina, fu visitata solo da viaggiatori curiosi. Il suo teatro, sempre più datato, era quasi immerso nel suolo. L’inizio del XXI secolo, tuttavia, ha inaugurato una nuova era per il monumento. I lavori di restauro in corso ne ripristineranno l’aspetto e arricchiranno la nostra conoscenza della sua storia e della sua architettura.

Dopo il restauro delle prime cinque gradinate di sedili dell’antico teatro di Kassopi da parte dell’Eforato delle Antichità di Preveza e grazie alla stretta collaborazione tra l’Eforato delle Antichità, l’Unità Regionale di Preveza e l’Associazione “DIAZOMA”, il teatro è stato nuovamente aperto agli spettatori dopo circa 2.100 anni.

L’opera “Il vuoto di Kassopi” di Frédéric Lenormand è stata presentata domenica 10 settembre scorso nell’antico teatro di Kassopi dal Laboratorio Teatrale di Preveza, che ha compiuto anni di presenza teatrale. L’opera è stata scritta da Frédéric Lenormand, visitatore di Kassopi negli anni ’90, è stata pubblicata privatamente in Francia ed è stata recuperata dall’oblio da Panagiotis Klimis e Nikos D. Karambelas.

La visita del drammaturgo francese Frederick Lenormann, alcuni anni fa, all’impressionante sito archeologico dell’antica Kassopi, è stata lo stimolo per la stesura di questa opera teatrale.

Si tratta di una narrazione autentica della storia dell’intera area, che porta in dote l’attuale sito archeologico. Ci auguriamo che lo spettacolo riporti in vita l’antica Kassopi e diventi un motivo per far conoscere al mondo la sua grande storia e la sua incomparabile bellezza attuale.

Fonti testo: Teatri Antichi dell’EpiroVisit Preveza

Fonte immagini: Teatri Antichi dell’Epiro, Visit Preveza

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P.K.

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