L’intreccio delle missioni NASA con la mitologia greca è consequenziale,  unificando l’antica saggezza con l’esplorazione contemporanea; una fusione affascinante in cui i regni del mito e della scienza si convergono, catturando l’immaginazione e ispirando la nostra curiosità collettiva.

I nomi delle missioni della NASA traggono ispirazione dagli dei e dalle dee della mitologia greca, riflettendo il riconoscimento delle profonde meraviglie cosmiche che stimolavano l’immaginazione umana nei tempi antichi. Questa tradizione rende omaggio agli antichi greci e romani, che chiamavano i pianeti con il nome dei loro dei, catturando la maestosità, la meraviglia e il terrore occasionale evocati dall’universo.

Statuette di Castore e Polluce nel Metropolitan Museum of Art, New York, NY (di Ad Meskens tramite Wikimedia Commons)

Attribuendo i nomi della mitologia alle missioni, la NASA non solo riconosce le antiche origini della passione umana per il cosmo, ma aggiunge anche un tocco di incanto mitico alla moderna ricerca di conoscenza nei giorni nostri.

Il progetto Gemini, lanciato negli anni ’60, prende il nome dal mito greco dei Dioscuri, Castore e Polluce, gemelli noti per la loro eccezionale abilità equestre. Le missioni Gemini costituirono un collegamento vitale tra le prime missioni Mercury della NASA e l’ambizioso programma Apollo. Nella mitologia greca Castore e Polluce erano i figli di Zeus e Leda. Erano compagni inseparabili e abili cavalieri, che rappresentavano la collaborazione, l’unità e lo spirito di partnership. Adottando il nome Gemini, la NASA ha reso omaggio all’importanza del lavoro di squadra e degli obiettivi condivisi nel progresso dell’esplorazione spaziale.

Durante gli anni dal 1961 al 1972 molte furono le ricerche intraprese dalle missioni Apollo, il cui scopo principale era l’invio di esseri umani sulla superficie lunare per la prima volta. Questo nome, ispirato ad Apollo, il dio greco del sole, della luce e della musica, traccia una connessione tra l’impresa dell’esplorazione dello spazio e le qualità trasmesse nel mito di Apollo: la ricerca della conoscenza e la ricerca di nuove frontiere. L’associazione aveva lo scopo di riflettere il significato delle missioni e la curiosità umana dell’universo. Secondo la NASA, il nome “Apollo” è stato scelto dal direttore del programma Abe Silverstein, il quale credeva che il nome incarnasse lo spirito e l’importanza del programma.

NASA 2 Apollo15

Nel 2001, la NASA ha lanciato un’altra impresa rivoluzionaria: la navicella spaziale Mars Odyssey, ispirata all’epica di Omero “L’Odissea”. Un viaggio paragonabile a quello di Ulisse verso casa dopo la guerra di Troia, la missione Mars Odyssey riflette lo spirito di esplorazione, resilienza e ricerca intellettuale che si trova nei poemi di Omero, creando un collegamento tra la narrativa senza tempo della curiosità umana e le frontiere sconfinate dell’esplorazione spaziale .

Le allusioni mitologiche persistono, poiché i progetti Artemis in corso della NASA rendono omaggio ad Artemide, la dea greca della caccia, che rappresenta la forza, l’indipendenza, l’apprezzamento per la natura e la femminilità. L’uso di questo nome per il programma della NASA evidenzia gli obiettivi alla base di questa iniziativa: muoversi verso l’uguaglianza razziale e di genere nel campo aerospaziale inviando la prima donna e persona di colore sulla superficie della Luna. Inoltre, il nome rende omaggio alla posizione di Artemide come sorella gemella di Apollo nella mitologia greca, evidenziando ulteriormente l’obiettivo di inclusività della NASA verso un dominio scientifico più equo.

Apollo dal frontone ovest del tempio di Zeus ad Olimpia. Di Michael Nicht via Wikimedia Commons

Il compositore greco Vanghelis, affascinato dalla mitologia, dalla scienza e dall’esplorazione dello spazio, utilizza questi temi per creare composizioni musicali. Il suo pezzo “Mythodea: Music for NASA’s Mars Odyssey Mission” fa un parallelismo tra la difficile avventura di Ulisse nell’Odissea di Omero e l’esplorazione di Marte della NASA. Vanghelis ritiene che decodificare i misteri dell’universo sia uno sforzo collettivo condiviso da musica, mitologia, scienza e astronomia; rivelando alla fine la connessione dell’umanità con lo spazio stesso.

Questi nomi di missione celebrano il duraturo spirito umano di curiosità, innovazione e ricerca incessante della conoscenza, collegando l’antico regno del mito con la moderna esplorazione dello spazio. Ci ricordano che l’essenza dell’esplorazione, sia attraverso la lente della mitologia che attraverso la lente della scienza, rimane un’impresa universale. Intrecciando le narrazioni dell’antica mitologia con le conquiste tecnologiche della NASA, intraprendiamo un viaggio straordinario che mette in risalto i trionfi dell’immaginazione umana, l’insaziabile sete di scoperta e l’incrollabile fiducia nel nostro potenziale illimitato.

Mosaico romano di Ulisse da Dougga Tunisia. Di Dennis-Jarvis via flickr

Testo originale via Greek News Agenda e Greece In America (bollettino ufficiale dell’Ambasciata di Grecia in Washington. Testo di Anthea Walker)

Immagine di copertina: Missione Artemis II – NASA astronauti Reid Wiseman, Victor Glover, Christina Hammock Koch, and CSA astronaut Jeremy Hansen. Fotografo NASA/James Blair ©NASA

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