Il Museo Benaki, in collaborazione con l’Associazione Culturale “Skiathos”, ha organizzato una mostra intitolata “Dimitris Pikionis: Forma e Aspetto” presso il Sacro Monastero dell’Annunciazione della Vergine Maria sull’isola di Skiathos (visitabile fino al 15 ottobre 2025). La mostra offre una panoramica concisa dell’opera e della personalità di Dimitris Pikionis (1887-1968), il cui archivio è stato donato al Museo Benaki dalla famiglia Pikionis nel 2001. Figura distintiva del Modernismo greco, Pikionis ha profondamente influenzato la coscienza architettonica della Grecia e continua a plasmarla ancora oggi (Foto di copertina: Progettazione paesaggistica dell’Acropoli – Collina di Philopappo di D. Pikionis, 1954-57, Museo Benaki, Catalogo della mostra).
Un’altra importante mostra sull’eredità di Pikionis, intitolata “Dimitris Pikionis: Topografia estetica” – dal nome di uno dei suoi scritti teorici – sarà presentata al Museo Benaki di Atene dal 23 ottobre 2025 al 25 gennaio 2026. Questa mostra si concentrerà sul suo famoso progetto paesaggistico per gli ingressi dell’Acropoli di Atene.

Dimitris Pikionis nacque nel 1887 al Pireo da genitori originari dell’isola di Chio. Nel 1906, mentre studiava ingegneria civile al Politecnico Nazionale di Atene (da dove si laureò nel 1908), divenne il primo allievo del celebre pittore greco Konstantinos Parthenis (1878-1967). Amico del pittore Giorgio De Chirico (1888-1978), proseguì gli studi di architettura a Monaco e in seguito studiò belle arti all’École des Beaux-Arts di Parigi. Lì incontrò la pittura moderna, in particolare le opere di Cézanne (1839-1906) e Paul Klee (1879-1940), e la scultura di Rodin (1840-1917). Al suo ritorno in Grecia, riscoprì la sua vocazione architettonica senza abbandonare la pittura, e insegnò infine al Politecnico Nazionale di Atene. Durante questo periodo, collaborò anche con un gruppo di artisti per co-curare l’influente rivista “To Trito Mati” (“Il terzo occhio”) insieme al suo caro amico, il pittore Nikos Hadjikyriakos-Ghikas (1906-1994). La pubblicazione ebbe un ruolo fondamentale nell’introdurre l’avanguardia europea in Grecia.
Pur essendo contemporaneo di Le Corbusier (1887-1965) e Mies van der Rohe (1886-1969), Pikionis sviluppò un linguaggio architettonico unico che cercava di integrare la tradizione con l’astrazione moderna. Il suo lavoro mirava a sintetizzare l’innovazione formale con una profonda sensibilità per l’identità culturale, uno sforzo per conciliare la modernità con lo spirito del luogo e del patrimonio. (Fonte: Museo Benaki)


“Il progetto paesaggistico di Pikionis per l’Acropoli e la collina di Filopappo ha preso la forma di un sistema di sentieri, pavimentati individualmente con pietre, spoglie antiche e macerie urbane moderni, che seguivano e prolungavano i percorsi esistenti sulle due colline, spesso calpestati per secoli. Questo progetto paesaggistico è innovativo e radicale, proprio perché in definitiva modesto e completamente in situ, un’opera architettonica che impara dal suo contesto. Lavorando collettivamente con i suoi studenti e scalpellini locali, Pikionis ha praticato l’attenta e laboriosa tecnica di pavimentazione utilizzando macerie recuperate dalla capitale greca in rapido sviluppo. Il suo progetto paesaggistico, creato in opposizione alle trasformazioni industriali e archeologiche del territorio, rimane l’unico progetto su scala urbana mai realizzato sui pendii che circondano l’Acropoli” (Fonte: Kassel Dokumenta 14).



Kenneth Frampton (1930-), illustre architetto, critico e storico britannico, ha scritto ampiamente su Dimitris Pikionis, riconoscendolo come una figura fondamentale nell’architettura del XX secolo: “Quando visitai per la prima volta l’Acropoli nel 1959, mi ritrovai a camminare praticamente per caso sul paesaggio adiacente della collina di Filopappo e lì percepii, con sorpresa, il movimento quasi letterale del terreno mentre il mio corpo veniva attratto dalla resistenza tattile della pavimentazione, su e giù per il labirinto ondulato del terreno; un sito progettato per essere vissuto tanto dal corpo quanto dagli occhi. Altrettanto sorprendenti furono le terrazze e le panchine lastricate in pietra e, soprattutto, il temenos con struttura in legno e il padiglione del tè, costruiti accanto alla chiesa ricostruita di Loumbardiaris. Questi ultimi sembravano essere stati tratti dal Giappone nel corso dei secoli attraverso il setaccio culturale di Bisanzio. All’epoca non mi rendevo conto che questo spazio di pausa non era ancora del tutto completato e che l’architetto settantaduenne supervisionava ancora i lavori” (estratto da un testo apparso per la prima volta in “Dimitris Pikionis, Architect 1887–1968: A Sentimental Topography”, Londra: Architectural Association, 1989, Fonte: Kassel Dokumenta 14).

La mostra “Dimitris Pikionis: Forma e Aspetto” è una presentazione concisa e completa dell’opera di Pikionis, attraverso riproduzioni di materiale d’archivio e comprende: la Casa Moraitis (1923), la Casa Karamanos (1925), la Scuola Primaria sulla collina del Licabetto (1932), il Teatro Estivo Kotopouli (1933), i progetti per il Centro di Delfi (1934), la Scuola Sperimentale di Salonicco (1935), il Condominio in Via Heyden (1936), la Residenza/laboratorio per la scultrice Froso Efthymiadou-Menegaki (1949), la Residenza Potamianos a Filothei (1953-1955), l’Hotel Xenia a Delfi (1951-1956), il Villaggio Forestale a Pertouli (1953), la Residenza Pouris (1953-1955), i progetti per l’insediamento di Aixoni (1950-1957), la sistemazione paesaggistica dell’area attorno all’Acropoli e alla collina di Filopappo (1954-1958) e il Giardino dei Bambini a Filothei (1961-1964).


Nel catalogo della mostra, George Manginis, Direttore Accademico del Museo Benaki, scrive: “Tra i grandi del modernismo greco, Dimitris Pikionis si distingue per la sua difesa dell’ideale umanista: la convinzione che l’umanità costituisca la misura ultima delle cose. Il suo approccio ai materiali combinava una profonda conoscenza dei loro limiti, più tipica di un artigiano tradizionale, con un acume più affine a uno storico dell’arte e dell’architettura; il suo senso delle proporzioni optava per la scala ridotta e l’emozione silenziosa, ma abbracciava il monumentale come meccanismo di ricordo, a volte persino di nostalgia; e la sua visione universale della vocazione dell’architetto si fondava sia su una percezione aperta della società sia su un approccio personale, quasi mistico, al concetto di luogo”.




Skiathos, l’isola più cosmopolita delle Sporadi Settentrionali, è un vero paradiso terrestre, caratterizzato da rigogliose pinete, paesaggi pittoreschi e acque cristalline. Incontaminata e di una bellezza naturale unica, l’isola vanta oltre 60 splendide spiagge, ognuna con il suo fascino unico e acque cristalline.



Articolo originariamente pubblicato in inglese su Greek News Agenda.
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