Dalla corona di foglie d’olivo assegnata ai vincitori degli antichi Giochi Olimpici, all’olivo di Atena e Platone, questo albero sacro ed eterno è stato celebrato fin dall’antichità. Oggi, in un piccolo villaggio di Creta, sorge uno degli olivi più antichi del mondo (di circa 3.000 anni fa).

L’Accademia di Platone. Pavimento a mosaico di Pompei, I secolo d.C. Fonte: Wikimedia Commons

L’olivo tra storia e mito

L’olivo era un simbolo per gli antichi Greci e per altre nazioni. In tempo di guerra, i messaggeri che portavano una richiesta di tregua tenevano in mano un ramoscello d’olivo come simbolo di pace; anche i supplici [“ικέτες” in greco], i cittadini che avevano commesso gravi reati e avevano cercato asilo presso l’altare di una divinità, portavano con sé un ramoscello d’olivo.

L’espansione dell’olivo è legata all’affermarsi del clima mediterraneo, poiché i vincoli climatici sono il fattore fondamentale per la coltivazione di questo albero.

Fin dall’antichità, l’olivo ha occupato un posto centrale nelle grandi civiltà: tra gli Egizi, i Minoici, i Fenici, poi tra i Greci e i Romani, l’olivicoltura si è sviluppata e perfezionata. Nell’antica Grecia l’olivo era un albero sacro: si dice che sia stata Atena stessa a donare il primo olivo alla città di Atene, simbolo di saggezza e prosperità.

Cratere a calice attico (410–400 a.C.), Cecrope e Atena. Fonte

Secondo gli archeologi, la domesticazione dell’olivo ebbe luogo tra il 3800 e il 3200 a.C., ovvero sei millenni fa. Studi archeobiologici e lo studio genetico delle popolazioni di olivastro e delle varietà di olivo dimostrano che la domesticazione è avvenuta in modo indipendente in diverse regioni del bacino del Mediterraneo e, molto probabilmente, si è sviluppata in un lungo periodo.

La raccolta delle olive. Pittore di Antimene. Anfora con collo, circa 520-510 a.C. J. Altes Museum, Berlino. Fonte: Wikimedia Commons

Le ricerche archeologiche dimostrano che l’estrazione dell’olio di oliva avveniva già nel IV millennio a.C. in Libano e a Cipro, nonché a Creta intorno al 3500 a.C.

Nei palazzi minoici di Creta, l’olio veniva conservato in grandi quantità in recipienti chiamati “pithoi”, mentre nei palazzi micenei della Grecia continentale sono state ritrovate numerose giare per l’olio e tavolette scritte in Lineare B che indicano l’ideogramma che rappresenta l’olio.

Vasi (pithoi) nei palazzi minoici di Creta. Fonte: Wikimedia Commons

Un albero prezioso dall’antichità ai nostri giorni

Secondo la tradizione, Platone (Atene 428 o 427 a. C. – ivi 348 o 347), uno dei più grandi filosofi dell’antica Grecia, insegnava ai suoi discepoli sotto un olivo nei giardini dell’Accademia, un luogo alla periferia di Atene che diede il nome all’Accademia stessa, la prima scuola filosofica della storia.

Quell’olivo non era solo un albero: era un simbolo di saggezza, pace e continuità. Nella cultura greca l’olivo era già una pianta sacra, legata alla dea Atena, protettrice della città. Il fatto che Platone abbia scelto questo albero come luogo di insegnamento non è di poco conto: esso rappresentava un elemento di collegamento tra natura, conoscenza e filosofia.

Per secoli, quell’olivo è stato venerato come testimone vivente del passato intellettuale di Atene. Si dice che sia sopravvissuto fino al 1976, quando purtroppo fu danneggiato in un incidente stradale. Ma un nuovo germoglio di quell’albero è stato ripiantato nel giardino dell’Accademia, come omaggio al patrimonio filosofico e naturale della città.

Pressa a leva e argano da Delo, Grecia, con decantazione in vasche di terracotta. Foto di J.-P. Brun

Ippocrate (n. Isola di Coo, 460 a. C. circa – m. 370 a. C. circa), considerato il padre della medicina, riconobbe le numerose proprietà terapeutiche dell’olio d’oliva. Nei suoi scritti ne consigliava l’uso per oltre 60 scopi medicinali, tra cui la cura delle ferite, il lenimento dei dolori muscolari, il calmante delle irritazioni cutanee e l’uso come blando lassativo.

L’olio d’oliva veniva utilizzato esternamente come unguento o per consumo interno e occupava un posto essenziale nella medicina greca antica. Per Ippocrate l’olio d’oliva era sia alimento che medicina, un dono naturale dai molteplici benefici.

La scoperta di foglie di ulivo pietrificate a Santorini, così come le scoperte archeologiche nei palazzi minoici di Creta, sono indicative del ruolo dell’olio d’oliva nella civiltà minoica e illustrano il ruolo duraturo di questo “frutto benedetto” nella civiltà greca.

Oggi l’ulivo è coltivato in tutti i continenti, ma resta profondamente legato all’identità mediterranea.

Theophilos Hatzimihail “La raccolta delle olive”, 1933, Museo Theophilos, Varia (Lesbo, Grecia)

L’olivo di Vouves: un monumento vivente a Creta

Situato nella regione di Chania a Creta (nel piccolo villaggio di Ano Vouves), l’olivo di Vouves è considerato uno degli olivi più antichi del mondo. È difficile determinarne l’età esatta, ma le stime variano dai 2.000 agli oltre 3.000 anni, o anche di più secondo alcune fonti.

L’olivo di Vouves, 2018. Foto di Eric Nagle, fonte: Wikimedia Commons.

Ciò che rende questo albero così impressionante è il suo tronco massiccio e contorto, che ricorda una scultura naturale. Nonostante la sua età avanzata, l’albero è ancora vivo e produce olive. Nel 1997 l’albero è stato dichiarato monumento naturale protetto.

Accanto all’albero, in una casa del XIX secolo, si trova il Museo dell’Olivo di Vouves, dove i visitatori possono scoprire di più sulla storia dell’olivo, sulla coltivazione dell’olio d’oliva a Creta e sull’importanza di questo albero nella civiltà mediterranea.

Le esposizioni del museo ripercorrono il ciclo di coltivazione, raccolta, produzione, trasporto e conservazione dell’olio d’oliva, dall’antichità fino alla metà degli anni ‘50.

Olivi in ​​recinti e su terrazze sulle colline di Kastelli, Creta. Foto di J.Foto di P. Brun

Articolo originariamente pubblicato in francese su Grèce Hebdo.

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