Una mostra sulla storia diplomatica della Grecia dopo la dichiarazione della sua indipendenza, è organizzata dall’Archivio Diplomatico e Storico del Ministero degli Affari Esteri ellenico, come parte delle celebrazioni per i 200 anni dall’inizio della Rivoluzione greca. La mostra, che al momento è virtuale, rivela importanti documenti ufficiali riguardanti il riconoscimento dello Stato greco da parte degli Stati esistenti all’epoca, evidenziando gli sforzi del nuovo Stato per ottenere la sua posizione nella comunità internazionale. Come viene descritto dal curatore della mostra e direttore dell’Archivio Diplomatico e Storico Georgios Polydorakis, “le vittorie militari non erano sufficienti per l’indipendenza. Il riconoscimento da parte degli altri Stati e l’instaurazione di relazioni diplomatiche e consolari con essi, erano prerequisiti perché la Grecia diventasse veramente indipendente”.

Attraverso documenti storici la mostra svela l’istituzione di relazioni diplomatiche e consolari, nonché la creazione di una rete consolare che presenta alcuni dettagli interessanti dei primi passi dello Stato greco, dopo la lotta greca per l’indipendenza iniziata nel 1821

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Haiti, il primo paese che riconobbe la rivoluzione greca

Anche se le grandi potenze furono le prime a riconoscere lo status di autonomia della Grecia firmando il Trattato di Londra nel luglio 1827, il piccolo Stato caraibico di Haiti fu il primo Stato indipendente a riconoscere la Rivoluzione greca nel 1822. Il presidente di Haiti Jean-Pierre Boyer, rispondendo a una lettera datata 20 agosto 1821 dal direttorio del Comitato greco di Parigi e firmata da Korais, Polychroniades, Bogoridis e Klonaris, espresse l’entusiasmo del popolo haitiano per lo scoppio della rivoluzione. Anche se dichiarava l’incapacità del suo povero Stato di aiutare finanziariamente la lotta, il presidente Boyer augurava vittorie simili a quelle delle battaglie di Maratona e Salamina. Questa lettera fu pubblicata nel quarto volume del libro di Ioannis Philemon “Historical Essay on the Greek Revolution” (1861).

L’Ordine dei Cavalieri dell’Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme fu il prossimo a riconoscere la Rivoluzione greca, mentre nominò un rappresentante presso l’Amministrazione Provvisoria della Grecia già nel 1823. Le prime relazioni diplomatiche ufficiali con gli Stati indipendenti iniziarono dopo la creazione dello Stato indipendente greco nel 1830 e l’equivalente di un Ministero degli Affari Esteri.

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Vale la pena notare però che il posto di servizio del Ministro degli Affari Esteri è stato creato per la prima volta dalla prima Costituzione greca,la Costituzione di Epidauro, e l’istituzione dell’Amministrazione Provvisoria della Grecia all’inizio del 1822. Il fanariota Theodoros Negris, che servì come il primo ministro degli affari esteri, invitò i rappresentanti consolari e diplomatici dei governi stranieri situati nei territori greci liberati ad accreditarsi presso il governo greco nel 1822, quasi un anno dopo l’inizio della guerra dell’indipendenza greca.

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Il percorso del riconoscimento della Grecia – dall’autonomia all’indipendenza

Le grandi potenze furono le prime a riconoscere lo Stato di autonomia della Grecia firmando il Trattato di Londra nel luglio 1827. Il riconoscimento de facto del governo di Kapodistrias come governo legittimo dello Stato greco autonomo avviene con l’arrivo a Poros dei tre ambasciatori delle Grandi Potenze a Costantinopoli nel settembre 1828 e, ancor più, con l’accreditamento dei ministri residenti subito dopo. Per quanto riguarda in particolare il Regno Unito, i rivoluzionari greci avevano iniziato i loro contatti con esso molto presto durante la Rivoluzione. Molti filelleni britannici arrivarono in Grecia per aiutare volontariamente nella lotta per l’indipendenza, alcuni dei quali avevano precedentemente servito come ufficiali dell’esercito britannico.

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Inoltre, nel febbraio 1824 l’amministrazione provvisoria greca concordò un prestito di importo nominale di 800.000 sterline (di cui il 59% fu erogato) con una banca britannica, che potrebbe essere considerato come un riconoscimento de facto del governo greco. Un riconoscimento più esplicito fu, naturalmente, la firma da parte del Regno Unito del Trattato di Londra nel luglio 1827. Il riconoscimento fu completato con l’accreditamento del primo (ministro) residente nell’autunno del 1828.

Il primo atto internazionale formale che riconosce la Grecia come uno Stato interamente indipendente è il protocollo di Londra firmato il 3 febbraio 1830 e consegnato alla Sublime Porta dagli ambasciatori delle Grandi Potenze l’8 aprile 1830. In un altro protocollo dello stesso giorno, il principe Leopoldo di Sassonia-Coburgo fu nominato principe sovrano di Grecia.

La mostra presenta documenti riguardanti le relazioni diplomatiche dello Stato greco per un periodo che va approssimativamente fino al 1840, mentre gli Stati sono menzionati con il nome che avevano all’epoca. Tra questi si distinguono il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, la Russia, la Francia, il Belgio e gli Stati Uniti ma anche il Regno delle Due Sicilie, la Sardegna, il Regno di Svezia e Norvegia, gli Stati della Confederazione Tedesca, la Persia e altri. La mostra presenta anche documenti riguardanti le relazioni con Stati e regioni non indipendenti dell’epoca come i Principati di Moldavia e Valacchia, il Principato di Serbia, il Principato di Samo o gli Stati Uniti delle Isole Ionie.

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Tutti i documenti provengono dall’Archivio Diplomatico e Storico del Ministero degli Affari Esteri, se non diversamente specificato, e sono digitalizzati e pubblicati sulla piattaforma digitale del Servizio degli Archivi Diplomatici e Storici (arxeio.mfa.gr) sulla quale è disponibile, in formato digitalizzato, l’intera collezione archivistica del Servizio Centrale del Ministero degli Affari Esteri fino al 1924.

Potete visitare la mostra del Servizio degli Archivi Diplomatici e Storici del Ministero degli Affari Esteri ellenico “Grecia liberata” qui: https://200years.mfa.gr/en/

Guardate il messaggio del Ministro degli Affari Esteri Nikos Dendias che presenta la mostra virtuale del Servizio degli Archivi Diplomatici e Storici del Ministero degli Affari Esteri ellenico qui:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Testo originale in inglese via Greek News Agenda 

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Pelagia Kotsoni