Correva l’aprile del 1941, quando la Germania hitleriana diede il via all’operazione “Marita” che nel giro di tre settimane avrebbe portato la Grecia continentale sotto l’occupazione nazi-fascista. Quel 6 aprile del 1941 la macchina da guerra tedesca varcò il confine settentrionale segnalando l’inizio di una rapida calata nel Paese. Il 9 aprile cadde Salonicco, il 27 del mese la Wehrmacht conquistò Atene, dando così l’avvio al lungo e tenebroso periodo dell’occupazione triplice (tedesca, italiana e bulgara).

 
Tassos (Alevizos Anastassios) (1914-1985), La fame1942. Xilografia su carta, 29 x 42 cm. / Pinacoteca Nazionale – Museo Alexandros Soutsos – Fondazione Evripidis Koutlidis

A causa dei soprusi degli occupanti nazisti, un’acerba carestia afflisse il Paese, in primo luogo i centri urbani, e ne decimò la popolazione reclamando al suo apice la vita di circa 700 persone al giorno. In quel periodo noto come “La Grande Fame”/ “Ο Μεγάλος Λιμός” (1941-1944), l’inedia fu la prima causa di morte, soprattutto durante il primo e durissimo inverno dell’occupazione (1941-1942), quando mietò innumerevoli vittime e per le strade della capitale era solito vedere aggirarsi corpi emaciati e scheletrici.

In questo scenario, nell’estate del 1942, Vittorio Sereni (1913 – 1983) arriva ad Atene e ne racconta l’esperienza nella sua poesia “Dimitrios” (“Diario DʼAlgeria”, 1947), traendo, con tanta sensibilità, dal contesto bellico una lezione di solidarietà e umanità. Richiamato alle armi, suo malgrado, ufficiale di un reggimento in transito verso il fronte africano, mai raggiunto alla fine, e inchiodato nella capitale greca a causa degli eventi di El Alamein, Sereni si trova d’un tratto davanti un fanciullo greco denutrito, Dimitrios, che gli viene incontro chiedendo del pane.

da DIARIO D’ALGERIA

Dimitrios

a mia figlia

Alla tenda sʼ accosta

il piccolo nemico

Dimitrios e mi sorprende,

dʼ uccello tenue strido

sul vetro del meriggio.

Non torce la bocca pura

la grazia che chiede pane,

non si vela di pianto

lo sguardo che fame e paura

stempera nel cielo dʼ infanzia.

΄E già lontano,

arguto mulinello

che sʼ annulla nellʼ afa,

Dimitrios-su lande avare

appena credibile, appena

vivo sussulto

di me, della mia vita

esitante sul mare.

(Pireo, agosto 1942)

 

από το “ΗΜΕΡΟΛΟΓΙΟ ΤΗΣ ΑΛΓΕΡΙΑΣ”

Dimitrios

Στην κόρη μου

Πλησιάζει στο αντίσκηνο

Ο μικρός εχθρός Δημήτριος

Και με ξαφνιάζει,

Πουλιού αδύνατο τιτίβισμα

Στο γυάλι του απομεσήμερου.

Η χάρη με την οποία ζητάει ψωμί

Δεν του στρεβλώνει το αγνό στόμα

Δεν σκεπάζει με δάκρυα

Το βλέμμα που πείνα και φόβο

Χαράζει στον παιδικό ουρανό.

Είναι ήδη μακριά

Τετραπέρατος ανεμοστρόβιλος

Που χάνεται στην πνιγερή ατμόσφαιρα

Σε φειδωλές εκτάσεις – ο Δημήτριος

Μόλις αληθινός

Μόλις ζωηρό ανασκίρτημα

Της ζωής μου

Που διστάζει πάνω στη θάλασσα.

(ΠΕΙΡΑΙΑΣ , Αύγουστος 1942)

Traduzione: Sotirios Pastakas

 

Fonti d’informazione: Traduzione di Sotirios Pastakas/ www.poiein.gr

Archivio Vittorio Sereni-Diario d’Algeria

Archivio Vittorio Sereni-Biografia

Vittorio Sereni, Poesie e prose, Mondadori, 2013.

 

Fonte immagine: Pinacoteca Nazionale

 

s.d.

 

 

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