La crisi economica che colpisce la Grecia nonchè il grande numero di rifugiati che entrano nel paese sono una sfida straordinaria, non soltanto per gli economisti e i politici, ma anche per gli architetti che hanno dovuto riflettere profondamente circa l’alloggio delle persone senza fissa dimora. Ecco alcune soluzioni progettate da architetti greci per portare una soluzione ai problemi delle infrastrutture presenti:

Il progetto Odyssea

Con la coordinazione dell’ architetto Jai Mexis e l’ aiuto di una rete di volontari, il progetto Odyssea mira a riciclare i mateliali dei rifiuti dei rifugiati (giubboti salvagente, barche, corde, acciaio dalle tente) in borse, sacci, impermeabili. Cosi, Il gruppo ha costruito 6 spazi di rifugio a PIKPA Lesvos con materiali che avevano raccolto in spiaggia.

Il progetto Ikos

Il progetto Ikos usa la tecnologia della stampa 3D e materiali ecologichi per la costruzione di rifugi non costosi e sostenibili per tutti. Attualmente ci si prova a raccogliere soldi per una casa 3D per essere donata al campo di rifugiati di Moria a Lesvos.

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Tiny Home Community – La Communità delle piccole case

Maria Christoulia, Alexandros Valsmaidis e Stratis Skopelitis hanno fondato Riza3Architects. Motivati dall’incremento dei senza fissa dimora in Grecia, I due architetti hanno deciso di produrre disegni innovativi per affrontare il problema. Il loro progetto ha vinto il concorso di Tiny Home Community Ideas tra 160 idee e gruppi provenienti da tutto il mondo. Si tratta della creazione di una piccola communità di 12 case collocate a un centro urbano. Le strutture nella communità che Riza3Architects hanno disegnato sono bioclimatiche, pocco costose e possono essere conservate, trasferite o aumentate con lo scopo di minimizzare la loro inefficenza energetica.

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Triari, Self-sufficient Living Module (AMOK) – un modulo autosufficiente

Zissis Kotionis ha sviluppato un modulo, che serve some esempio simbolico e nello stesso tempo reale, a gestire gli spazi urbani non connessi (senza connessione internet, senz’acqua, senza corrente elettrica). Il modulo è una costruzione con autonomi elementi di infrastruttura dove ci possono abitare 3 persone. Può essere integrato negli appartamenti vuoti, nelle aree industriali abbandonate, nei sitti urbani che hanno perduto la loro funzione del passato.

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Emergency Shelter

La proposta di Sofia Vyzoviti per un rifugio di emergenza si riferisce alla costruzione di un parco ecologico per poter essere utilizzato in un probabile caso urgente per accogliere gente colpita da un disastro naturale (come un terremoto). Si tratta di un rifugio che può essere riciclato, che è autosufficiente energicamente, polimorfico, estendibile, che può essere trasferito e installato facilmente.

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Open Air Office – Un ufficio al fresco

Si tratta di una idea di Aristides Antonas, che coinvolge la collocazione di mobili e oggetti in una condizione urbana. Un insieme di tavoli, sedie, librerie e luce può creare uno studio in un spazio abbandonato che può essere utilizzato da persone che non hanno un posto permanente per lavorare o persone che vogliono avere una riunione non programmata.

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Movable Shells– gusci mobili

I gusci mobili sono l’ idea di Spyridon Kakavas per creare quartieri o ecosistemi autonomi in città. Questi quartieri di strutture cubiche sono dotati con i mezzi di gestire le risorse naturali e i rifiuti.

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