Il 29 aprile ricorre l’anniversario della nascita e della morte del grande poeta alessandrino, Konstantinos Kavafis (29 aprile 1863 – 29 aprile 1933). 

Uomo taciturno, secondo i suoi contemporanei, poeta dal dire conciso e laconico, che esortava i suoi posteri: “Da quanto ho fatto, da quanto ho detto/ di scoprire non cerchino chi fui./ […] Di me le azioni meno percettibili/ e dei miei scritti quelli più velati –/ sarà solo di lì che capiranno[…]”. (“Segreti”, in Poesie inedite), Kavafis, conformemente ai versi sopra menzionati, fece nel 1924 una sorta di autoritratto, quasi “geografico”, che venne pubblicato sulla rivista “Nèa Techni”. Quelle parole asciutte scritte di suo pugno, sempre fedeli alla convinzione di non mettere alla finestra la propria vita personale, si fermavano all’essenziale:

“Io sono di origine constantinopolitana, ma nato in Alessandria d’Egitto, in una casa della via Cherif. Me ne andai di là ch’ero ancora bambino, e molta parte della mia infanzia la passai in Inghilterra. Più avanti negli anni visitai ancora quel paese, ma per poco. Soggiornai anche in Francia. Adolescente, passai più di due anni a Constantinopoli. In Grecia è da anni che non vado più. Il mio ultimo impiego è stato presso un ufficio dipendente dal ministero egiziano dei Lavori pubblici. Parlo l’inglese, il francese e un poco l’italiano”.

“Kavafis” (1948), ritratto da Nikos Engonopoulos, pittore e poeta surrealista greco (1907-1985), dettaglio.

Rispettando la sua volontà, sul giardino kavafiano, sul pensiero e le passioni dell’ “Alessandrino” non ci resta altra “finestra” che la sua poesia stessa.

Le finestre

In queste tenebrose camere, dove vivo

giorni grevi, di qua di là m’aggiro

per trovare finestre ( sarà

scampo se una finestra s’apre). Ma

finestre non si trovano, o non so

trovarle. Meglio non trovarle, forse.

Forse sarà la luce altra tortura.

Chi sa che cose nuove mostrerà.

(trad. di Filippo Maria Pontani)

 

Τα παράθυρα

Σ’ αυτές τες σκοτεινές κάμαρες, που περνώ

μέρες βαρυές, επάνω κάτω τριγυρνώ

για νά βρω τα παράθυρα. – Όταν ανοίξει

ένα παράθυρο θάναι παρηγορία. –

Μα τα παράθυρα δεν βρίσκονται, ή δεν μπορώ

να τά βρω. Και καλλίτερα ίσως να μην τα βρω.

Ίσως το φως θάναι μια νέα τυραννία.

Ποιός ξέρει τι καινούργια πράγματα θα δείξει.

[1897, 1903]

 

Fonti: “Le finestre” in Costantino Kavafis, “Poesie”, trad. di Filippo Maria Pontani, Milano, Mondadori 1961.
Nota autobiografica di Kavafis in “Appunti vari” di C.Kavafis. “Cinquantacinque poesie”, a cura di M. Dalmàti e N. Risi, Einaudi, 1968.
“Segreti” in “Poeti greci del Novecento”, a cura di N. Crocetti e F. Pontani, Konstandinos P. Kavafis, Segreti [1908], trad. it. di F.M. Pontani e N. Crocetti, Mondadori 2010.

Fonte immagine: nikias.gr

 

s.d.

 

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