Sabato scorso, in occasione della commemorazione dei cento anni dell’ incendio del 1917 che ha distrutto Salonicco,  i Salonicchesi hanno avuto la possibilità di partecipare ad un evento unico per “rivivere” questo grande momento nella storia cittadina, diventato stimolo per la costruzione della città moderna, disegnata dall’ architetto francese Ernest Hebrard. 

Sotto il nome “E la scintilla è diventata fuoco” (tratto da una nota canzone greca) la rivista “Parallaxi”, il Comune di Salonicco, l’ Organizzazione HELEXPO- Fiera Internazionale di Salonicco, insieme a 200 artisti e volontari, hanno creato uno spettacolo“vertebrato”. Lo spettacolo, strutturato in quattro sezioni, e’ durato quattro ore: 

La prima parte dello spettacolo,  un pezzo teatrale, e’ stato organizzata nella piazza Mushunti, ad “Ano Polis” (la Città Alta, cioé la parte vecchia di Salonicco). Si pensa che proprio questa piazza era il luogo dove  e’ scoppiato il fuoco del 1917. La rappresentazione teatrale, ideata da Sakis Serefas, uno dei più rispettati autori Salonicchesi e autori dei testi, ha portato in scena costumi e musiche originali dell’ epoca, che ricordano come Greci,  Ebrei e Musulmani Salonicchesi convivevano e costruivano il mosaico multiculturaleche di Salonicco di allora. 

Secondo i racconti urbani, la tragedia e’ partita  da un semplice incidente domestico: una signora aveva dimenticato una padella con melanzane sul fuoco. Seguono poi varie versioni – sembra che ci siano stati tre diversi fronti di fuoco nello stesso tempo, il che ci puo’ far pensare ad uno scenario diverso da quello di un incidente. In alcuni racconti, poi, il vero obiettivo è stato quello di bruciare il quartiere turco, mentre secondo altri, “in realtà volevano espellere gli ebrei e il fuoco nel quartiere turco era solo per attirare attenzione ad altri punti”. Con la nuova rappresentazione teatrale, gli organizzatori hanno unito le varie versioni aggiungendo nuovi interrogativi su questo momento della storia cittadina.

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Dopo l’ evento teatrale, gli spettatori sono scesi nella via Edessis, nelle vicinanze del centro di Salonicco, salvato dal fuoco. Là, il team degli organizzatori ha coinvolto gli  spettatori piu’  piccoli che hanno disegnato vari fuochi che “uscivano” dalle finestre degli edifici della via. Il tutto accompagnati di violini che suonavano musiche dell’ epoca. 

Poco dopo le 8 di sera, la folla ha cominciato a dirigersi verso la via Nikis, il lungomare di Salonicco. Li, al numero civico 63, si pensa che l’ incendio si sia spento, dopo aver bruciato la città per ben 32 ore .

Sull’ edificio della via Nikis, 63, gli spettatori hanno potuto vedere un’ illuminata mappa dei luoghi che aveva distrutto l’incendio, mentre vari attori  hanno raccontato varie storie della città, riportando in primo piano anche personaggi di rilievo. Tra questi- l’ architetto Ernest Hebrard. L’attore che lo ha impersonato ha recitato dal balcone dell’edificio la sua visione sulla  rigenerazione della città.

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Poco prima delle 10  di sera, degli artisti- trampolieri in costumi d’epoca e delle bande musicali hanno guidato gli spettatori verso l’ultima fermata, la Piazza Aristotele. Nello stesso tempo, vari fuochi sono stati accesi a largo su alcune navi. L’ “apoteosi” dell’ evento è stato infine il remake dell’incendio ‘a terra’, usando un modellino del fronte costiero di Salonicco del 1917. Il momento e’stato accompagnato della banda dell’ esercito greco. 

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L’ evento ha commosso migliaia di spettatori Salonicchesi e turisti,  dimostrando che I Salonicchesi amano la loro città, la sua storia ed I suoi fantasmi; Forse per quello Mark Mazower chiama Salonicco “la città di fantasmi”: fantasmi di un passato che I residenti non vogliono dimenticare.

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