A pochi chilometri da Atene, nella regione del Delta Falirikon, sono state recentemente rinvenute due fosse comuni con gli scheletri di 80 giovani uomini. Gli scavi sono realizzati nel quadro degli interventi per la costruzione della nuova Biblioteca nazionale e dell’Opera nazionale greca.

Quest’area, alla periferia costiera della capitale greca, non è nuova a scoperte archeologiche; in effetti, negli ultimi decenni, le ricerche hanno messo in luce gran parte della necropoli di Faliron.

Gli scheletri, 80 in totale, sono stati trovati in due tombe, tutti allineati, alcuni sulla pancia e altri sulla schiena. Ma ciò che stupì gli archeologi fu il ritrovamento di 36 scheletri ammanettati, a mani e piedi, con arnesi in ferro. Secondo Stella Chryssoulaki, direttrice della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Attica ovest, del Pireo e delle isole, potrebbe trattarsi dei seguaci di Cilone.

Dallo studio dei denti trovati sono state dedotte utili informazioni sui cadaveri: si tratta di giovani individui che godevano di ottima salute. L’analisi dei resti umani suggerisce anche che la morte sia avvenuta per tutti più o meno in tempi ravvicinati. Un’esecuzione di massa sembra dunque molto probabile. Inoltre, due piccoli vasi decorativi che sono stati scoperti fra gli scheletri hanno permesso altresì di datare abbastanza accuratamente le sepolture tra il 650 e il 625 a.C..

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Il Ministero della Cultura greco conferma la possibile datazione, spiegando in un comunicato che si tratta di “un periodo di grande agitazione politica nella regione”.

Si ipotizza quindi che questi giovani uomini fossero i seguaci di Cilone e che abbiano preso parte al fallito colpo di stato svoltosi ad Atene nel VII secolo a.C.. Il tentativo di colpo di stato di Cilone ( 632 a.C.) venne descritto dagli storici antichi Erodoto e Tucidide.

Cilone, vincitore ad Olimpia nella doppia corsa nel 640 a.C., cercò di diventare tiranno di Atene -grazie alle sue gesta sportive e l’appoggio del suocero Teagene, tiranno di Megara-, verso il 636 o il 632 a.C.. Purtroppo, sia lui che i suoi sostenitori furono costretti a rifugiarsi sull’acropoli. Cilone riuscì a fuggire abbandonando i propri uomini assediati e ridotti alla fame che accettarono una mendace garanzia di incolumità in cambio della resa. Tuttavia Megacle, della potente famiglia degli Alcmeonidi, li fece uccidere. Infine, i colpevoli di quest’atto -condannato come sacrilego dalle autorità della città- furono esiliati ma la macchia del sacrilegio commesso dagli Alcmeonidi non si cancellò mai.

Vista la grande importanza della scoperta, il Ministero ha annunciato il proseguimento degli scavi.

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